VUOTI A PERDERE

 

La bottiglia di vetro incolore quando è vuota puoi attraversarla con lo sguardo. Quella colorata manca di profondità… Ragazzi con i capelli curati, quasi sempre “gellati”, normalmente vestiti, ben nutriti, le moto d’ordinanza a vista. Fanno gruppo in piazza, tra una battuta, uno sbadiglio, una sana risata. Figli di “famiglia”, minorenni con l’obbligo di avvisare il genitore sull’orario di rientro. La scuola occupa la loro mattinata, la tv il pomeriggio, la piazza la sera. E poi c’è bisogno di un diversivo “tosto” che vada oltre l’appuntamento con la solita ragazzina tutta trucco e scarpe con la para, che parla di Irene Grandi come fosse sua sorella. Passa l’amico del padre, la signora vicina di casa, salutano rispettosamente, belli a vedersi da fare tenerezza. Che bravi ragazzi!! Poi qualcuno dice che il Pub è una “palla”, che l’estate è lontana, la palestra è ripetitiva, la Juve ha già vinto il campionato. Ecco la felice pensata, lo svago a buon mercato. Di sera tardi, in prossimità della mezzanotte, i bar chiudono e le ultime televisioni ancora accese, nei vicoli del centro storico c'è da divertirsi gratis: basta individuare la vittima. Ecco la porta della vittima di turno. Un uomo che non dà fastidio a nessuno. Ha superato i cinquanta, non ha famiglia e vive come meglio crede. Comincia la festa. Una grossa pietra e poi un’altra e un’altra ancora. Un rumore forte, contro un uscio chiuso. Tanto nessuno si affaccerà per vedere che succede e comunque il rischio aumenta l’eccitazione. Che goduria, che sballo quando il poveretto grida spaventato. Poi la fuga. Rientrano, stanchi ma soddisfatti, nelle loro case calde e accoglienti, i genitori ancora in piedi che aspettano il rientro, il pigiama fresco di bucato ai piedi del letto. I vicoli dormono, i palazzi pure, le bottiglie vuote alla rinfusa nelle spazzatura dei pub, aumentano di numero.

 

La Redazione