LE PARETI DELL’ASCENSORE

 

Il 2000 è arrivato, le cose cambiano. Una volta gli adulti spaziavano, allargavano i loro orizzonti, diventavano i testimoni del tempo vissuto, e poi lo regalavano ai bambini. I piccoli dell’uomo in casa, nei pressi dell’abitato, nel quartiere dove erano nati, si accontentavano della visione periferica conosciuta, arricchita dalla fantasia dell’età. Era compito degli adulti, attraverso il linguaggio, raccontare il mondo, la vita, i sogni. Ora noi grandi, in questo villaggio globale, ascoltiamo il solito disco che “Radio Pensiero unico” manda: crescete, producete, consumate. Eppure i bambini resistono, criticano e in totale disaccordo con noi descrivono, su semplici fogli di carta, colori ed utopie che nemmeno immaginiamo. Volano alto, oltre le pareti dell’ascensore: la cabina stretta sale e scende, illuminata da un pallido neon incolore. Davanti allo specchio puoi fare le boccacce, metterti le mani nel naso, controllare il profilo della pancia: pochi secondoi e poi esci. Con grande piacere abbiamo letto la Pizzo dei bambini. Vorremmo che diventasse il manifesto del 2000 pizzitano, carico di aspettative per i piccoloi e di impegno per i grandi. Stiamo sognando? Forse si, ma non siamo soli.

 

La Redazione