Introduciamo un argomento di cui parleremo a più riprese nei prossimi
numeri: le migrazioni dei popoli del “sud” del mondo. Qualcuno si chiederà
perchè un giornale locale parla di un fenomeno che forse non lo riguarda da
vicino. Noi rispondiamo che le politiche nazionali le facciamo e le
legittimiamo anche noi, approvando o no con il voto gli interventi in tema di
immigrazione. E’ dunque vero che con gli immigrati, clandestini e non, che
vivono nelle nostre zone condividiamo una parte di problemi, quali lavoro nero
e controllo malavitoso, e che non sembrano esserci nelle popolazioni locali
manifestazioni di razzismo. Ma quando sentiamo in tv dei “centri di permanenza
temporanea” o in qualsiasi altro modo si chiamano, che in realtà si trasformano
in centri di detenzione e sospensione di diritti e dignità? Come è possibile
che un paese che vanta una radice culturale cattolica e con una grande
tradizione di sinistra, possa tollerare e anzi “inventare” queste squallide
soluzioni? Ne parleremo, si sentono cifre e conti di ogni tipo, noi vogliamo
partire da un altro punto di vista, questo:
"Se voi avete il
diritto di dividere il mondo in italiani e stranieri allora vi dirò che, nel vostro senso, io non ho Patria e
reclamo il diritto di dividere il mondo in diseredati e oppressi da un lato,
privilegiati e oppressori dall'altro.
Gli uni sono la mia
patria, gli altri i miei stranieri.
da "L'obbedienza non è
più una virtù",
Don
Milani.