COSMINO GRENCI: USCIRNE SI PUO’

 

La pagina sportiva di questo inizio millennio ha per noi un significato particolare, un messaggio di speranza. Abbiamo infatti incontrato, al termine di una gara, Cosimo Grenci, per tutti Cosmino, che alcuni mesi ha ripreso a correre come lui sapeva fare a cavallo tra gli anni settanta e ottanta, prima di sprofondare nel tunnel della droga. Ci parla con grande entusiasmo della ripresa dell’attività sportiva, ma si sofferma soprattutto sulle tante vicissitudini della sua vita. Un’infanzia difficile, nato nel 1960 in una famiglia di 10 persone che abitava   un piccolo e fatiscente locale di pochi metri quadrati. Una breve frequenza scolastica segnata da incomprensioni e delusioni. La passione per la corsa Cosmino ce l’ha “nel sangue” fin da quando, ragazzo, per gioco organizzava con gli amici del quartiere Marina, gare che puntualmente vinceva. L’esordio “ufficiale” arriva nel 1975, in occasione del “Festival dell’Unità”, in una corsa su strada. Ricordo ancora, sulla linea di partenza, la figura esile e minuta di quel ragazzo così scuro di pelle tanto da essersi guadagnato poi il nomignolo di “’u Nìru”. In quella gara per le strade della città, Cosmino sorprese tutti piazzandosi al secondo posto subito dopo Calogero Brancatelli (n.d.r. forte atleta mezzofondista pizzitano degli anni settanta), lasciandosi dietro noi altri che in quegli anni ci allenavamo e gareggiavamo con assiduità nella corsa di mezzofondo. Dopo quella prima esperienza, Cosmino prova ad allenarsi con regolarità, partecipando a diverse gare per poi smettere una prima volta perché – ci confessa – “a quindici anni cominciai a fumare erba”. Ma la sua voglia di correre è ancora forte e così, nonostante la difficile situazione familiare, dopo qualche tempo riprende ad allenarsi, ma questa volta con maggiore continuità tanto da riuscire a conseguire notevoli miglioramenti e prestigiosi risultati come un posto nella maratona Internazionale di Natale a Lamezia T., il 5° posto ai Campionati Italiani AICS a Pescara, e tanti altri significativi piazzamenti anche in gare a livello regionale e nazionale. Non è facile, però per Cosmino conciliare la vita da atleta con la situazione di grave precarietà in cui è costretto a vivere. Di tanto in tanto, lavora con il padre, frequenta, però, anche amicizie “pericolose” ed ecco che inizia la fase più drammatica della sua vita. “Intorno ai vent’anni, per curiosità, (ci tiene a precisare questo particolare), iniziai a conoscere anche l’eroina e mi sembrava di stare come un re. Proprio così, per curiosità iniziò il mio calvario dal quale non riuscivo più a venire fuori.” Con la morte del padre aumentano i problemi e per Cosmino sono questi gli anni più difficili in cui si trova completamente allo sbando. C’era stato un momento in cui aveva cercato di riprendersi, ma alcuni anni dopo muore anche la madre. Si acuiscono   le difficoltà economiche, diventa sempre più difficile procurarsi i soldi per l’eroina  e comincia a bere. “L’alcool è legalizzato e si trova facilmente. E’ una cosa assurda che non ho condiviso mai, perché i danni dell’alcool sono altrettanto gravi quanto quelli della droga. A 25 anni ero ormai alcolizzato e mi ero ridotto a vivere una vita da barbone fino a quando, a 32 anni, entrai in comunità e di questo devo ringraziare in particolare il dottore Emilio De Pasquale”. Al centro Maranathà di Mileto, Cosmino   rimane fino al maggio 1999 e considera molto positiva l’esperienza di quei sette anni che lo hanno trasformato completamente. Quì, ci dice di aver conosciuto tanta gente che lo ha aiutato, ma chi non dimenticherà mai è don Mimmo Di Carlo con il quale si è instaurato un rapporto che continua ancora oggi. In comunità ha anche studiato, riuscendo a conseguire la Licenza Media e il Diploma di Giardiniere e Floricultore. Concluso nel 1995 il programma   di interventi terapeutici per il recupero dei tossicodipendenti, aderisce anche ad una seconda fase di intervento e rimane nella sede di Mileto per collaborare con   medici e   operatori del centro all’accoglienza dei   nuovi arrivati. In questi anni ha anche portato in giro per le scuole e associazioni della provincia la testimonianza della propria esperienza.  Nel maggio 1999 Cosmino ha lasciato la comunità e oggi, a 40 anni, vive a Pizzo dove lavora come operatore per lo spazzamento delle strade e, da alcuni mesi, ha ripreso a correre e gareggiare con buoni risultati. Come dicevamo, il mese scorso ha vinto la prima prova del Trofeo delle Regioni di corsa campestre, reinserendosi a buoni livelli nel mondo dell’atletica leggera. Attraverso la corsa ha ritrovato la voglia di ricominciare. “Ma, reinserirsi ed essere accettato nel tessuto sociale della mia città, è difficile senza alcun aiuto. Vorrei essere considerato per quello che sono oggi e non per il mio passato ”. Oggi, abita sempre quel vecchio e fatiscente prefabbricato (già ex scuola) in Via Anile che il Comune di Pizzo, 18 anni fa, concesse alla sua famiglia con la promessa che   avrebbe successivamente assegnato una casa. “Da allora stiamo ancora aspettando. In tutti questi anni abbiamo più volte fatto domanda per l’assegnazione di un alloggio popolare o per un regolare allaccio alla rete idrica comunale, visto che dal rubinetto scorre solo un filo sottilissimo di acqua. Per fare la doccia (soprattutto dopo gli allenamenti) sono costretto a chiedere ospitalità ai miei parenti.”

Come se non bastasse, nei mesi scorsi   il Comune di Pizzo, che provvedeva a pagare l’utenza elettrica della sua famiglia, comunica attraverso gli uffici competenti di non poter più provvedere, così, dopo qualche giorno l’ENEL   sospende l’erogazione di elettricità. “Eppure, si rammarica Cosmino, in occasione della cerimonia per il mio fine programma in comunità hanno partecipato diverse personalità civili e religiose tra cui anche il Sindaco Stillitani che, tra abbracci e strette di mano, non aveva mancato di esprimermi solidarietà, invitandomi a rivolgermi a lui in caso di necessità. Ho fatto domanda per lavorare al Garden come giardiniere o con altre mansioni, ma per me non c’era posto e le spese per l’energia elettrica (arretrati compresi) devo detrarle dal misero compenso che ricevo ogni mese per il mio lavoro precario. Ora, resta solo che mi sfrattino anche da questo alloggio decadente che secondo il Comune sarebbe anche abusivo”.  Tuttavia con grande forza e dignità Cosmino è convinto di potercela fare a superare le difficoltà,   tra cui anche quella di accudire a due fratelli ammalati. “L’esperienza della comunità mi ha aiutato a conoscere ed apprezzare il valore delle cose della vita e ad affrontare e risolverne i problemi. Da quando sono uscito dal tunnel della droga sono rinato. In tutti questi anni in comunità ce l’ho messa tutta per cambiare e ce l’ho fatta. Per cambiare e vivere liberi da tutto quello che ti opprime, basta poco. Solo due cose ci legano: un SI o un NO. Basta scegliere realmente”. E la scelta a cui si riferisce Cosmino è quella che, in qualunque momento, può fare ognuno di noi, più fortunati, che stiamo dall’altra parte della barricata. A volte basta ascoltare e non allontanare chi chiede aiuto dandogli la forza e la speranza di poter risolvere anche i suoi problemi più difficili. Ora Cosmino ha bisogno di aiuto,   di trovare un alloggio in affitto (che in questi mesi ha invano cercato di trovare), dove poter vivere dignitosamente con i suoi fratelli e un lavoro più sicuro, ma ha bisogno soprattutto di poter vivere in mezzo alla gente e recuperare il rapporto con i suoi concittadini senza più sentirsi escluso. Prima di salutarci gli chiediamo cosa si aspetta dal futuro e quali siano i suoi prossimi programmi sportivi: “Per le   difficoltà   quotidiane e per l’età, non posso certo avere ambizioni di raggiungere risultati ai massimi livelli, ma il mio sogno è quello di molti altri amanti della corsa su strada: partecipare un giorno alla maratona di New York”.

Il prossimo 13 febbraio Cosmino correrà la seconda prova del Trofeo delle Regioni proprio a Pizzo nella Pineta Colamaio e noi saremo   lì per incoraggiarlo e sostenerlo nella sua gara…e per New York…chissà…

 Te lo auguriamo a nome di tutti i pizzitani.

Continua a correre come tu sai fare Cosmino, c’è voluto tempo per ritrovare la strada giusta, ma ce l’hai fatta!

 

 

Carmine Cavallaro (28.1.2000)