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Basilica di Santa Croce in GerusalemmeLe Reliquie Sessoriane(a cura di E. Stolfi) L'autenticità delle Reliquie Sessoriane - cioè quelle presenti in questa Basilica dalla sua origine - è stata variamente, ma fondatamente motivata. E' tradizione antichissima che una parte della Croce del Signore sia stata portata a Roma e collocata nella Basilica Sessoriana: ne danno conferma gli antichi rituali medievali delle funzioni papali, che fissano la Stazione del Venerdì Santo proprio a S. Croce. In quell'occasione il Pontefice in persona procedeva scalzo dalla Basilica Lateranense e processionalmente, con il clero e il popolo, andava alla Hierusalem romana per adorarvi il Legno della vera Croce. Ulteriore prova di quanto fosse radicata la convinzione che in quest'antica basilica romana vi fosse la vera Reliquia della Croce sono gli svariati frammenti del Sacro Legno prelevati dalla Reliquia Sessoriana per essere donati dai Pontefici a personalità e santuari. S. Gregorio Magno ne mandò una particella in dono a Reccaredo, re dei Visigoti; Leone X ne fece estrarre una parte per donarla a Francesco I, re di Francia (1515); Urbano VIII (1623-1644) volle donarne una parte alla Basilica Vaticana; anche Pio VI, Pio VII e Pio IX fecero prelevare altre particelle. Anche per quanto riguarda il Chiodo la tradizione è antichissima e costante: molti storici del IV sec, infatti, narrano che S. Elena trovò anche i chiodi con i quali Gesù era stato crocifisso e che ne fece mettere uno nel freno del cavallo di Costantino e un altro nella corona. Infine, uno lo portò con sé a Roma dove è anticamente annoverato tra le Reliquie Sessoriane. Per la reliquia del Titolo - la tavoletta di legno che riportava l'imputazione formulata da Pilato nei confronti di Gesù in tre lingue - ebraico, greco e latino - la tradizione ad un certo punto lascia il passo alla storia: Stefano Infessura nel suo Diario, in data 1 febbraio 1492, racconta che questa reliquia fu casualmente ritrovata durante dei lavori di restauro in Basilica voluti dal card. Mendoza. Chiusa in una cassettina con il sigillo del card. Caccianemici - titolare di S. Croce e poi papa col nome di Lucio II (1144-45) - era stata murata ab antiquo nell'arco che separa il transetto dalla navata centrale. Nell'antichità le reliquie venivano spesso messe in alto nelle chiese per preservarle dai furti, ma nel caso del Titolo pare se ne fosse poi persa memoria, poiché erano cadute le lettere musive che ne indicavano la collocazione. Ad ogni modo la notizia del ritrovamento fece molto scalpore all'epoca, anche perché coincise con la riconquista spagnola di Granata, ultima roccaforte degli Arabi in Occidente. Papa Alessandro VI il 29/7/1496 emise la bolla Admirabile sacramentum con cui autenticava il ritrovamento del Titolo e concedeva l'indulgenza plenaria a coloro che avessero visitato S. Croce l'ultima domenica di gennaio. Sull'autenticità della reliquia sono di grande interesse i recenti studi (2003) di Maria-Luisa Rigato, secondo la quale la reliquia - già venerata a Gerusalemme - giunse a Roma non con S. Elena ma successivamente, tra il 570 e il 614, in coincidenza con l'attribuzione del titolo cardinalizio a S. Croce ad opera di Papa Gregorio Magno. La studiosa sostiene, inoltre, che il Titolo è intero così come si presenta oggi e che la sua divisione in due o tre parti che alcuni hanno sostenuto è pura congettura. L'iscrizione come tale, infatti, analizzata e studiata in tutte le sue parti attraverso una sapiente analisi paleografica ed esegetica, è perfettamente compatibile con i dati dei Vangeli, in particolare quello di Giovanni: in ebraico "Gesù [di] Nazara Vostro Re", tradotta con giustificate varianti in latino e greco. A S. Croce sono custodite anche due Spine che si ritiene provengano dalla Corona che cinse il capo di Gesù. La tradizione non attribuisce a S. Elena il ritrovamento della Corona di Spine. Di questa reliquia si sa però che era venerata a Costantinopoli già ai tempi di Giustiniano. Durante l'Impero Latino d'Oriente (1204-1261) ne vennero in possesso i Veneziani. Nel 1238, poi, l'ebbe S. Luigi Re di Francia, che la pose nella Cappella del Palazzo Reale. Successivamente passò alla chiesa abbaziale di S. Dionigi (1791) e infine nel 1806 fu trasferita a Notre Dame, dove è conservata tuttora. E' priva di spine che invece sono sparse in molte chiese. Per completare la catechesi sulla Passione, nel corso dei secoli S. Croce si è arricchita di altre reliquie, quali i frammenti della grotta di Betlemme, del S. Sepolcro e della colonna della Flagellazione, il patibulum del Buon Ladrone e la falange del dito di S. Tommaso. Le Reliquie, infatti, sono preziosi strumenti di catechesi, segni di un fatto certo, la cui venerazione può aiutare la meditazione sulle sofferenze che ricordano e riproporre il valore salvifico della Croce.
RELIQUARIO DELLA CROCE
RELIQUARIO DEL TITOLO RELIQUARIO DELLE SPINE RELIQUARIO DEL CHIODO RELIQUARIO DEI FRAMMENTI |
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