www.pizzocalabro.it di Giuseppe Pagnotta

ORLANDO ACCETTA

SCRITTORE, POETA E GIORNALISTA

 


Angelo Savelli: il pittore del bianco

di Orlando Accetta

 

 

«Sono nato fisicamente a Pizzo di Calabria.  A Roma soprattutto spiritualmente. Roma mi ha formato e continua a formare di me un pittore ed un uomo – un uomo ed un pittore. Per me non vi sono limiti quando la sincerità è nel fondo. Ritengo giusta e necessaria l’esperienza intesa nel suo significato cosmico e non come mera esperienza. Posso dire che con carattere ed amore mi dedico alla pittura quasi per intero e lavoro come se in un’altra mia vita antecedente avessi già fatto il pittore ed ora stessi a migliorare quello che ho già fatto. Di certo con intuitiva sicurezza nella mia prossima vita futura continuerò con altrettanto carattere».

Pizzo è una cittadina assai fortunata dal punto di vista culturale, potendo registrare la nascita di validi personaggi e artisti che l’hanno onorata e fatta grande, ma, non si sa perché essi sono stati sempre misconosciuti e i pizzitani stessi quasi li hanno sempre mortificati, per invidia, per gelosia, per sciattezza, per insipienza, per ignoranza. Negli ultimi decenni soltanto due di loro sono stati ricordati con convegni, poi il nulla più profondo. Ci riferiamo agli studi promossi in onore di Antonino Anile e di Benedetto Musolino. Mai niente, invece si è fatto per ricordare degnamente, per come lo merita, il grande Angelo Savelli, il pittore del bianco, come fu definito, nato a Pizzo il 30 ottobre 1911 e morto a Castello di Boldeniga (Brescia) il 27 aprile 1995.


 

Pizzo, 2 Novembre 1999: Una fondazione per Angelo Savelli proposta dei consiglieri di minoranza per ricordare il pittore napitino morto a Brescia - Fu uno dei maggiori rappresentanti dell'espressionismo astratto

Angelo Savelli, nacque a Pizzo il 30.10.1911. Dopo la sua morte avvenuta ad 83 anni il 27 aprile 1995 a Castello di Boldeniga di Dello (Brescia), la sua salma fu traslata e tumulata nel cimitero di Pizzo il primo maggio dello stesso anno, nella più assoluta indifferenza e mancanza di partecipazione, bisogna dirlo, dei suoi concittadini e delle istituzioni e associazioni locali: era presente la giunta al completo del comune di Taverna, ma stranamente non era presente l'amministrazione comunale di Pizzo, guidata dal sindaco Francescantonio Stillitani.

Il grande pittore, in quei giorni, stava approntando una mostra personale da tenersi a Prato e la sala alla "Biennale" di Venezia.

 

 

Per come scrive lo studioso napitino Franco Cortese, Angelo Savelli, artista di fama internazionale e ritenuto uno dei massimi esponenti della pittura moderna americana, fu e rimane senz'altro «il più grande genio pittorico espresso dalla cittadina tirrenica».

Egli, a soli 24 anni vinse il concorso nazionale per l'affresco e i premi "Balestra" e "Mattia Preti". Nel 1930 si stabilì a Roma dove completò gli studi all'Accademia di Belle Arti alla guida di Ferruccio Ferrazzi, città nella quale trascorse la maggior parte della sua vita.

Nel 1954 si trasferì a New York, dove visse, salvo qualche breve soggiorno in Francia e in Italia. Nel 1944 fu uno dei fondatori dell'Art Club di Roma, assieme a Severini, Prampolini, Fazzini, Jarema e V. Guzzi.

Dopo la seconda guerra mondiale si interessò ai problemi visivi dell'espressionismo astratto e nel 1949 fu il primo pittore italiano ad avventurarsi in questo tipo di pittura.

La sua prima tela bianca risale al 1957. Nel 1960 tenne una mostra personale al museo d'arte di Tweed che venne definita dalla critica la più stupenda che là si fosse tenuta. Insegnò pittura a Philadelphia presso l'università di Pensylvania, e a New York presso la Columbia University e la New School.

Dal dopoguerra tenne oltre trenta mostre personali in Italia e all'estero, riscuotendo parecchi riconoscimenti.

Le sue opere sono entrate delle maggiori collezioni private del mondo e fra i più importanti musei.

Per onorare degnamente il grande artista napitino e calabrese, noto in tutto il mondo come il pittore del "bianco", i consiglieri comunali di minoranza Enrico Durante, Franco Falcone, Giusy Federico, Franco Feroleto De Maria, Giuseppe Iannuzzo, Pasquale Stingi, hanno chiesto al sindaco Francescantonio Stillitani di convocare un consiglio comunale con all'ordine del giorno l'approvazione dello Statuto per la costituzione di un’apposita "Fondazione" a lui intestata.

La proposta di delibera, nelle intenzioni dei consiglieri di minoranza, «vuole essere il primo momento di un'iniziativa finalizzata a dare il giusto riconoscimento a un proprio concittadino che nel campo dell'arte e della cultura ha saputo proiettarsi all'attenzione mondiale attraverso una considerevole produzione artistica paradossalmente poco nota al pubblico napitino e calabrese».

Va doverosamente ricordato che Savelli, nel suo testamento, ha lasciato alla propria Città alcune sue opere «che - affermano i consiglieri di centrosinistra - devono rappresentare l'elemento dal quale partire per mettere in campo attività di tipo scientifico e culturale capaci non solo di esaltarne le indiscusse qualità, ma soprattutto di approfondire e comprenderne le sensibilità».

Lo Statuto proposto comprende 19 articoli, attraverso cui si vuole dare inizio ad un doveroso contributo in onore dell'insigne maestro che ha tenuto alto il nome della città.

Carmine Cavallaro, segretario del gruppo politico "Alternativa", felicitandosi per l'iniziativa, sostiene che una sala del palazzo "Zimatore", ubicato nel centro storico, «potrebbe essere utilizzata per custodire le opere lasciate al Comune dal maestro Angelo Savelli, che ancora dopo anni aspettano di trovare una degna sistemazione e rimaste chiuse in qualche stanza o magazzino», oltre a crearvi una biblioteca comunale, un auditorium e una sala concerti, un museo d'arte sacra, un centro sociale per i giovani.

Pizzo, 9 Novembre 1999: Fondazione Angelo Savelli - Il sindaco Stillitani: «Minoranza in ritardo»

Il sindaco Francescantonio Stillitani, interpellato sulla richiesta di convocazione di un apposito consiglio comunale da parte dei consiglieri di minoranza del centrosinistra, col fine di discutere e quindi eventualmente approvare lo statuto per la costituzione di una "Fondazione" da intitolarsi al grande pittore napitino Angelo Savelli, morto nel 1995, ha voluto precisare che la questione è già a buon punto.

Infatti, egli ha reso noto che la sua amministrazione si è attivata da tempo a tale proposito, tanto che la regione Calabria ha già stanziato un finanziamento di circa cento milioni di lire finalizzato allo scopo.

«I consiglieri della minoranza - ha affermato sardonico - sono giunti ancora una volta in ritardo. Volendo malignare, si potrebbe pensare che la loro richiesta di convocazione di un consiglio comunale, che peraltro ancora non mi è pervenuta, è maturata dopo aver letto in anteprima il bollettino regionale, che appunto prevedeva il contributo regionale alla "Fondazione". Forse per prendersi dei meriti e dimostrare, una volta tanto, di essere propositivi».

Ha poi proseguito dicendo: «Comunque, prendo atto realmente e seriamente della volontà di collaborazione espressa da alcuni dei consiglieri della minoranza, e cercherò, per quanto possibile, si sfruttare questa volontà nell'interesse del paese».

Pizzo, 12 Novembre 1999: Fondazione Savelli, il consigliere regionale Borrello al sindaco Stillitani - «La Regione non ha dato i fondi»

Una polemica, ma civile, lettera di chiarimenti è stata scritta dal consigliere regionale dei popolari Antonio Borrello, a proposito di una dichiarazione fatta dal sindaco Franco Stillitani, riguardante un presunto finanziamento che, per come aveva anticipato il primo cittadino, era stato già elargito dalla regione Calabria.

«Caro sindaco - inizia la missiva - ho letto su "il Quotidiano" del 9 novembre u. s. una tua dichiarazione relativa alla "Fondazione Savelli" secondo la quale la Regione avrebbe già stanziato 100 milioni a favore del Comune, per cui l'iniziativa dei consiglieri di minoranza di proporre al Consiglio l'approvazione dello Statuto sarebbe tardiva ed inutile. Ho il dovere - continua Borrello - di informarti che nessun contributo è stato mai stanziato né potrà esserlo in assenza del requisito di fondo che è l'avvenuta costituzione della Fondazione secondo le modalità previste dalla legge regionale numero 20 del 1995».

Il consigliere regionale giustamente poi precisa: «Sul bollettino regionale, quello del 18 settembre 1999 di pubblicazione della I. R. numero 27/99, avrai letto che tra le Fondazioni che la Regione è tenuta a sostenere finanziariamente c'è, tra le altre, anche la Fondazione Savelli: trattasi dell'emendamento proposto da me e recepito dal consiglio regionale per come ti ho informato per iscritto all'indomani dell'approvazione. È veramente singolare immaginare che la Regione possa pensare di finanziare qualcosa che ancora non c'è».

Quindi, Antonio Borrello rivolge una pressante sollecitazione al sindaco Stillitani, preoccupato per il fatto che ancora non ha ritenuto di indire l'apposito consiglio comunale, per come richiesto dai consiglieri di minoranza di centrosinistra, affinché venga approvato con «ogni assoluta urgenza lo Statuto che deve poi essere recepito sia dalla Regione che dalla Università». «È questo - conclude l'esponente politico dei popolari - l'unico modo per poter seriamente ultimare un percorso al di là delle gelosie politiche e di ogni ricercata primogenitura».

Pizzo, 23 Dicembre 1999: Approvata all'unanimità in Consiglio - Comune, si alla fondazione Savelli

Il consiglio comunale, convocato in sessione straordinaria, ha approvato all'unanimità e senza apportare alcuna modifica lo statuto proposto dalla minoranza consiliare di centrosinistra relativo alla costituzione della "Fondazione Angelo Savelli", l'artista napitino vissuto per molti anni in America e conosciuto in tutto il mondo come il pittore del bianco.

Il grande artista, scomparso da alcuni anni, nel suo testamento ha lasciato alla città di Pizzo venti tele di alto valore artistico, di cui però il Comune non è potuto venire in possesso per motivi legali e per l'impossibilità di poterle adeguatamente custodire in idonei e sicuri locali.

Per ovviare a quest'ultima difficoltà il consigliere diessino Enrico Durante ha proposto, comunque, di scrivere al curatore americano per avere più dettagliate informazioni sullo stato dell'asse ereditario, ma soprattutto di coinvolgere le banche locali per l'eventuale custodia presso di loro delle pregiate opere del Savelli.

Il sindaco Francescantonio Stillitani, apprezzando e ritenendo valida la proposta di Durante, ha comunicato che egli si è già messo in contatto telefonico col curatore e con i parenti del pittore residenti a Pizzo, e che in ogni caso si darà da fare nominando un esperto per tutelare gli interessi del comune di Pizzo nell’eventuale scelta delle opere, se non sono state già individuate dallo stesso artista nell'atto testamentario.

Nella relazione allegata alla proposta di delibera si legge che essa vuole essere il primo momento di un'iniziativa finalizzata al giusto riconoscimento a un proprio concittadino che nel campo dell'arte e della cultura ha saputo proiettarsi all'attenzione mondiale attraverso una considerevole produzione artistica.

Lo Statuto, che per come si è accennato è stato approvato all'unanimità, fatto che sottolinea la validità dell'iniziativa, si compone di 19 articoli, di cui si riporta soltanto il primo: «Per onorare la memoria dell'insigne maestro Angelo Savelli, il comune di Pizzo, la regione Calabria e l'Università della Calabria, costituiscono la "Fondazione Angelo Savelli", centro di ricerca sull'arte, sulla società e sulla cultura in Calabria e nel Mezzogiorno. Potranno, inoltre, aderire tutti i soggetti di cui all'articolo 3, comma 3, della Legge regionale n. 20 del 9.4.1995 e successive modificazioni".

Pizzo , 26 Maggio 2001: Stele di Ilario Principe

Il 26 maggio 2001, per ricordare il grande artista Angelo Savelli, l'associazione culturale musicale "Coro Polifonico San Giorgio" e il comune di Pizzo, presente l'autore Ilario Principe, è stata inaugurata la scultura intitolata "Biancosavelli", interpretata dalla critica d'arte Anna Russano Cotrone, titolare di storia dell'arte all'Accademia di Belle Arti di Catanzaro.

 

 

 

 

Intervento di Sergio Fragale, presidente del "Coro Polifonico San Giorgio"

«La nostra associazione culturale, che mi pregio di rappresentare, è veramente lieta e orgogliosa di avere promosso e favorito, con la partecipazione del comune di Pizzo, questa manifestazione a ricordo di un nostro illustre concittadino, Angelo Savelli.

È nota a tutti la celebrità di questo insegne artista, il quale, affermandosi con il passare degli anni, fu stimato per la sua arte, tant'è vero che oggi il suo nome echeggia in tutto il mondo. Questa pregiata opera scultorea monumentale, donata spontaneamente al comune di Pizzo dallo stesso autore dell'opera, professor Ilario Principe, in memoria di Angelo Savelli, vuol essere un riconoscimento alla celebrità di questo insigne artista e sarà certamente di orgoglio per tutta la cittadinanza. Di ciò gliene siamo veramente grati e vivamente lo ringraziamo».

Intervento di Antonio Borrello, consigliere regionale

«Porto innanzitutto il saluto del consiglio di presidenza della regione Calabria, poi esprimo apprezzamento per l'iniziativa dell'artista Ilario Principe, che da forestiero si ricorda in maniera egregia di dover rendere omaggio a un grande artista di spessore internazionale, di grande livello, che durante la vita certamente non ha avuto i riconoscimenti giusti che meritava, almeno dalla propria terra.

Speriamo che dopo la morte qualcosa cominci a mutare, perché sono convinto che prioritariamente ognuno di noi doveva essere consapevole della storia che ci riguarda, di quei personaggi che hanno dato qualcosa a questa città e che quindi vanno commemorati, ricordati, aiutati ad essere presenti su questo territorio cittadino, ma non solo.

Nel periodo in cui io sono stato amministratore di questa città, abbiamo organizzato al castello, Savelli vivente, una mostra di quelle opere che siamo riusciti a far pervenire. Oggi credo che l'impegno debba essere finalizzato a far conoscere questo grande artista, attraverso un’attività di ricerche, di approfondimenti, di studio, finalizzata a rendere omaggio a questo grande personaggio, per rendere giustizia ad una disattenzione che, purtroppo, c'è stata negli anni.

E allora, l'occasione della realizzazione della fondazione Savelli, già approvata dal consiglio comunale di Pizzo, che io personalmente in consiglio regionale sono riuscito a farla inserire come quelle da sostenere da parte della regione, credo che debba essere di stimolo e il tutto non possa fermarsi ad un mero atto burocratico, ma deve avere un seguito attraverso un suo insediamento e quindi iniziare tutta quella attività di ricerca che è necessaria. Sono convinto che nessuno vorrà sottrarsi a quest’obbligo, non solo morale, e che quindi da qui a breve potremo discutere in maniera un poco più consapevole di quelle che sono state le opere e l'attività artistica di questo grande maestro».

Intervento di Tony Bilotta, presidente della Camera di Commercio di Vibo Valentia

«Savelli io l'ho conosciuto da giovane. Egli ha tramutato nel bianco la sua ricerca d’infinito, perché nel bianco riteneva che ci fosse tutto l'universo, si sentiva quel bambino che con la sua conchiglia sembrava dovesse tramutare il mare in una pozza di acqua e lui, invece, ha realizzato tutto questo.

Come cittadino di Pizzo io apprendo con gioia la realizzazione di questo ceppo, ma anche la realizzazione della fondazione cui assicuro il mio affiancamento personale perché si realizzi quel museo, quella raccolta delle opere di Savelli. Io m’impegno pubblicamente e personalmente, non potendolo fare istituzionalmente, ma spero che, come me, tutti i cittadini di Pizzo sono pronti a dialogare, specialmente gli uomini di cultura, oltre che l'amministrazione».

Intervento di Anna Russano Cotrone, critica d'arte

«C'è in questa scelta della pietra, materia primigenia, che Ilario principe fa, una visione di una scheggia della natura, c'è un intervento leggero, rispettoso della materia. C'è una scelta, c'è una sintesi e una semplicità che si acquista per distillazione e viene potenziata la verticalità, che è sempre un segno di vita rispetto alla morte.

Quindi, la morte di Savelli che diventa vita nella verticalità del simbolo, senza per questo dimenticare la forte radice che àncora la pietra alla terra. Lo scatto di variabile, che è rappresentata da questa protuberanza mammillare, ha una valenza fortemente simbolica, perché della purezza della forma non dimentica di essere figlia e nutrice a sua volta della vita. Perché la purezza può sembrare sterilità, punto di arrivo, invece Savelli e Ilario Principe danno anche un principio di vitalità, di vita artistica a sua volta.

Le venature che sono visibili da lontano restituiscono tracce di vita ancestrali, e quindi anche esse sono funzionali a questa scrittura della terra che viene rispettata. La stele è un doveroso omaggio, anche se diviene sapore riparatorio, per la vita di Angelo Savelli, che è stata magnificamente spesa anche se fuori, oltre il mare.

Questa stele è un bianco dito puntato verso il cielo che sera e mattino bacerà con la sua luce più chiara e al tramonto saluterà con la sua luce più ardente.

E l'augurio che faccio è questo: possa questa stele essere un orologio solare di giorni sereni e costruttivi, ricchi ogni sera della gioia per ogni pietra che lo spirito di questa città avrà posto in opera per un futuro di progresso e di orgogliosa appartenenza».

Pizzo, Maggio 2004: A proposito del grande artista Angelo Savelli, finalmente un intervento chiarificatore dell’assessore alla Cultura Ivano Tuselli - «Stiamo lavorando per celebrare degnamente uno dei massimi artisti contemporanei»

All’amministrazione guidata dal sindaco di centro destra Francescantonio Stillitani, succede quella di centro sinistra guidata dal sindaco Franco Falcone, dopo la vittoria alle elezioni del 25 e 26 maggio 2002.

Il Quotidiano della Calabria più volte ha posto l’accento sull’oblio in cui è confinata la figura del grande maestro Angelo Savelli. La città di Pizzo, in particolare, dopo la sua morte non ha ricordato doverosamente uno dei figli più importanti, ed è per tale motivo che si è ritenuto di avere esatte notizie sull’intera vicenda dall’assessore comunale alla Cultura, Ivano Tuselli, che ringraziamo per la disponibilità e trasparenza.

Il suo assessorato, per come dichiarato dallo stesso, si sta muovendo da due anni per dare valenza a un progetto culturale che possa uscire dai semplici confini cittadini e avere risonanza regionale e nazionale. «Io credo sinceramente che Savelli non vada semplicemente onorato e ricordato - ha rilevato l’amministratore - ma celebrato come uno dei più grandi artisti contemporanei, e questo è l’intento dell’assessorato alla cultura e dell’amministrazione comunale».

La pratica relativa alla “Fondazione Savelli”, abbandonata da Stillitani, è stata ripresa proprio da Tuselli, il quale si sta dando da fare anche per recuperare la somma di cento milioni di lire che la regione Calabria ha stanziato nello stesso anno.

«Il mio assessorato - ci ha confidato Tuselli - lavora da oltre un anno per mettere assieme gli attori protagonisti della “Fondazione Savelli”, che sono la regione Calabria, il comune di Pizzo e l’Università della Calabria.

Per i primi due enti è stato facile stabilire contatti e concludere il tutto (un grazie sentito al dottor Tripodi, funzionario regionale sempre disponibile). Per l’Università di Cosenza, l’iter è stato più complicato, perché si è dovuto attendere l’esito delle elezioni per il Rettore con la conseguente nomina dei presidenti delle varie commissioni. Poi, finalmente, il Rettore ha incaricato il dottor Scolpelli e la dottoressa Losso di presentare al Senato Accademico la pratica sulla Fondazione (tutta la documentazione completa che l’assessorato alla cultura di Pizzo ha raccolto e redatto) e sulla nomina del comitato scientifico che programmerà le attività. Attendiamo da Cosenza l’esito favorevole».

L’assessore alla Cultura evidenzia che l’amministrazione comunale si è pure mossa per redigere la bozza dello Statuto della Fondazione, già depositata presso lo studio notarile Faccioli di Vibo Valentia, che ringrazia pubblicamente per la professionalità e la disponibilità.

Quindi, prosegue: «Con il “Centro Angelo Savelli” di Lamezia Terme, nella persona del responsabile, l’artista Antonio Pugliese, vogliamo intraprendere un percorso comune, finalizzato a una o più manifestazioni che hanno al centro l’arte del “maestro del bianco”. Nella città di Catanzaro, col patrocinio dell’amministrazione provinciale del capoluogo regionale, si è tenuta la mostra con un’ottima partecipazione di pubblico e su questa linea ci stiamo muovendo, perché Savelli è troppo importante per bruciarlo in una piccola e insignificante mostra da strapaese. Molti cittadini chiedono notizie sul testamento di Savelli e sui beni lasciati alla città di Pizzo. Il documento è stato redatto dal notaio Robyn M. Brilliout di New York, che rende note le volontà del Maestro: “Alla comunità di Pizzo – recita l’atto – lascio per la galleria d’arte di Pizzo, nel Castello o altra istituzione similare, una serie delle mie opere che comprendono disegni, quadri, prospettive, acquarelli e sculture”».

Queste opere, per come informa Tuselli, attualmente sono depositate presso la “Fondazione Proda” di Milano, di cui è proprietario il noto industriale Patrizio Bertelli: «Speriamo, attraverso la “Fondazione” - conclude l’assessore alla Cultura - di poter recuperare queste opere, perché pesa sul lascito al comune di Pizzo una diatriba economica tra il Savelli e il Bertelli di non facile soluzione».

Pizzo, 27.4.2005: L’amministrazione comunale di centro sinistra guidata dal sindaco Franco Falcone, per merito dell’assessore alla Cultura pro-tempore Ivano Tuselli e del professor Carlo Primerano, ha apposto una targa ricordo sulla casa natale del grande artista.

   

   

   


 

Biografia ragionata

30 ottobre del 1911. Angelo Savelli nasce a Pizzo Calabro in provincia di Catanzaro (oggi di Vibo Valentia) dove fin da bambino si avvicina all'arte, grazie allo zio pittore, Alfonso Barone, figlio di Angelo, primario autore della famosa chiesetta della “Madonnèja.

 

Angelo Barone

1930. Dopo che Savelli ha frequentato gli studi classici a Vibo Valentia in Calabria, il padre Giorgio, farmacista, lo induce ad approfondire le sue qualità artistiche, e si trasferisce a Roma, dove frequenta il liceo artistico. In questo periodo è ospite del Ministro della Casa Reale dei Savoia, Lucifero Falcone, amico del padre. Finito il liceo, s’iscrive all'Accademia di Belle Arti.

1935. Riceve il premio "Mattia Preti" e in seguito il premio “Balestra” per il concorso indetto dall'Accademia di San Luca di Roma.

1934. Consegue il brevetto di pilota rilasciato dal Ministero della guerra, con il diritto a una borsa di studio.

1936. Consegue il diploma dell'Accademia di Belle Arti. Il suo insegnante di decorazione pittorica è Ferruccio Ferrazzi, che diventa il suo più importante punto di riferimento. Affresca la cappella della Villa Boimond a Sora (Frosinone) e viene premiato all'Esposizione Regionale Calabrese.

1937. Parte per il servizio militare e viene ammesso al corso per allievi ufficiali del 39° reggimento di Fanteria.

1939. Giunto all’81° reggimento Fanteria di Frosinone riceve i gradi di ufficiale.

1940. Inizia ad insegnare all’Accademia di Belle Arti, cosa che non gli impedisce di svolgere una vivace attività artistica. Si stabilisce nello studio di Via Margutta 49, la strada frequentata dalla più alta concentrazione di artisti: Guttuso, Franchina, Jarema, Fazzini, Severini e tanti altri. Viene premiato alla Mostra Regionale del Lazio.

1941. Gli viene aggiudicato uno dei quattro premi aggiunti di lire 2.500 al III Premio Bergamo.

1942. Riceve uno dei quattro premi aggiunti di lire 5.000 al IV Premio Bergamo. Legge il suo primo libro di filosofia yoga, che gli apre una strada che da allora ha sempre seguito.

1943. Viene richiamato alle armi ed è assegnato all'82°reggimento di Fanteria “Torino”. Dopo la guerra torna a Roma ed entra a far parte della cerchia Futurista. Nello stesso anno prende parte all'Art Club, Associazione Artistica Internazionale Indipendente, di cui fanno parte Jarema, Severini, Fazzini, Guzzi, Montanarini e Tamburi, e, successivamente, Dorazio, Mafai, Corpora, Perilli, Consagra e Turcato (questo gruppo di artisti attivi a Roma o legati a Roma negli anni '20 e '30 viene definito "Scuola Romana"). Nello stesso periodo conosce Alberto Burri, che è all'inizio della carriera, e diventa uno dei suoi più cari amici: A differenza degli altri, Savelli è il più disponibile e aperto con i giovani artisti.

1946-1947. Primi lavori di Savelli in cui le opere vengono realizzate con l'apparire di chiazze bianche, astratto-figurative. In varie crocifissioni il Cristo e la Maddalena appaiono dipinti di bianco. È questo il periodo in cui Savelli sente l'esigenza di provare nuove emozioni. La Scuola Romana è ormai per lui limitativa, invece il Futurismo e le sperimentazioni di Prampolini lo spronano a cercare nuove tecniche da seguire.

1947. Soggiorna per alcuni mesi a Venezia. Riceve il premio "Colli Euganei" ad Abano.

1948. Ottiene una borsa di studio della durata di un mese, a Parigi; prolunga la sua permanenza ad un anno. Questo viaggio lo mette in crisi e lo proietta in una dimensione più dilatata ed internazionale dell'arte. Dichiarerà: "Mi resi conto che dovevo liberarmi della mia divina tradizione italiana". In questo periodo realizza molti disegni in china e acquerello.

1949. Torna a Roma e trova molte difficoltà a far accettare agli amici il suo nuovo orientamento. Dopo l'espressionismo degli anni romani, rientra da Parigi con una visione dell'arte moderna che nessuno dei suoi coetanei a Roma è in grado di comprendere, tranne Corpora, Turcato e Santommaso. Al Caffè Rosati, punto d'incontro del mondo dell'arte, conosce un giovanissimo Federico Fellini, che rimaneva per ore a osservare gli artisti e gli intellettuali e ne studiava tutti i movimenti. Nello stesso anno, sempre a Roma, incontra Theodoros Stamos.

1950. Con le due opere "Oltre l'inquieto" iniziano le prime opere astratte. Partecipa alla XXV Biennale di Venezia.

1953. Sposa la giornalista Elisabeth Fischer e pur essendo già un'artista affermato, sente la necessità e trova il coraggio, grazie al suo senso innato di libertà, di trasferirsi definitivamente in America a New York, in una città difficile ma vitale, competitiva ma internazionale. Così lascia l'Italia e l’incarico di docente all'Accademia delle Belle Arti di Roma. A New York conosce subito gli artisti che contano: Friz Glarner, Marcel Duchamp, Hans Richeter. Viene stimato da tutti i grandi dell'astratto, diventati poi grandi amici, da Robert Motherwell a Ad Reinhardt e Barnett Newman, che lo adorava. Frequenta L'Art Club della Decima Strada e gli artisti della New York School, dove incontra Philip Pavia e Jack Tworkov che gli cede il suo studio tra la 10th Street e la 4th Avenue. Di fronte al suo studio ci sono quelli di Franz Kline e Wilhelm Dekooning. Nonostante sia entrato a far parte del grande giro, Savelli non ama riconoscersi in un unico gruppo, in un'unica galleria, non frequenta mercanti d'arte per assicurarsi la vendita delle sue opere, non accetta compromessi: è semplicemente un uomo libero ed è amato per la sua umanità e per la delicatezza, la poesia e l'innocenza con cui si esprime. Lo stesso anno incontra l'artista Will Barnet che diventa un amico fraterno.

1954. Realizza l'opera "Oval Skin".

1955. Inizia una serie di serigrafie e di collage che realizza al Chelsea Workshop.

1956. Produce "Bianco su bianco", una serigrafia monocromatica, e realizza così il suo primo quadro totalmente bianco.

1957. Prima mostra di Savelli a New York.

1958. Personale di Savelli alla Galleria "Leo Castelli", che rappresenta l'inizio del periodo più importante della sua carriera americana. Nello stesso anno viene premiato al concorso internazionale di disegno industriale "Battistoni".

1959. Savelli viene nominato Direttore della scuola d'arte "La Guardia Memorial House" l'importantissima Accademia Americana ad Harlem. Farà da supervisore ai corsi d'arte che vengono dati dall'istituto.

1959. Savelli si avvicina al bianco con delle stampe in rilievo, cambia i materiali, scarta i colori, modifica le forma delle opere, usa la pittura bianca alla spatola, e successivamente corde, gessi e stoffe leggerissime, trasparenti, veli, tulle. Innalza il bianco come unico colore perchè puro, luminoso e assoluto. Savelli elabora un'arte monocromatica, prende le distanze dalla violenza espressiva della "action painting" e della pittura "di gesto" e realizza opere di estrema rarefazione e pulizia formale, costruite sulla necessità interiore di raggiungere la semplicità. Secondo i critici la sua è una creazione d’immagini libere da ogni riferimento figurativo e che aspirano a raggiungere l'essenzialità delle cose.

1960. Savelli viene invitato ad insegnare alla ”Art Workshop”, la scuola americana di Edna Lewis a Positano (Napoli) e a partecipare ad un seminario sulle tecniche di stampa a Milano.

1962. A Philadelphia, il direttore della "University of Pennsylvania", G. Holmes Perkins, insieme al grande architetto Louis Kahn, decidono di rimodernare la scuola chiamando ad insegnare Romoaldo Giurgola, che invita Angelo Savelli e Piero Dorazio a riorganizzare il programma degli studi per il Dipartimento delle Belle Arti, pittura, scultura e grafica. Savelli accetta l'invito e si trasferisce in Pennsylvania. Dirige tutte le attività ed è per i ragazzi il personaggio più carismatico, dando loro un concreto aiuto per l'orientamento; è un grande conoscitore della tecnica, della pittura e del disegno. Le sue grandi capacità come maestro sono note a tutti i giovani artisti americani. In poco tempo l'università diventa la migliore scuola d'arte d'America. Durante questo periodo Savelli soffre di gravi disturbi fisici che riesce a risolvere grazie all'approfondimento della filosofia Zen. Pratica giornalmente gli esercizi e la meditazione yoga. È grazie a questa disciplina, che non smise mai di praticare, che riuscirà a superare esperienze molto dolorose. Tra Savelli, Louis Kahn e Aldo Giurgola nasce una profonda e grande amicizia, durata tutta la vita. Savelli abiterà per 10 anni a Springtown, senza lasciare lo studio di New York.

1961. Riceve il premio Lissone.

1962. Crea i primi lavori utilizzando la corda e realizza undici opere litografiche a rilievo, bianco su bianco, presentate da Giulio Carlo Argan (Grattacielo, Milano 1962).

1963. Viene pubblicato il libro "Ten poems by ten American poets" con litografie di Savelli (Romero, Roma 1963).

1964. Ottiene il Gran Premio della Grafica alla XXXIII Biennale di Venezia per i ventisette rilievi bianco su bianco.

1965-1970. Crea nel suo studio al 186 di Bowery Street, New York, la prima sala per la meditazione che chiama "Paradise".

1966. Insegna alla Columbia University of New York.

1969-70. Realizza i progetti "Paradise II" alla Corcoran Gallery of Art di Washington e "Dante's Inferno" alla Peale Galleries of Pennsylvania, Academy of Fine Arts di Philadelphia.

1971. Realizza il progetto "Illumine one" che espone nel '72 alla mostra personale all'Everson Museum di Syracuse, New York; il catalogo viene presentato da Louis Kahn.

1973. Viene installata la scultura "Empedocles" al Lincon Center di Syracuse.

1974. Insegna alla Cornell Universitya Ithaca, nello Stato di New York.

1975. Insegna, per la durata di due anni, come Visiting Artist alla State University of Pennsylvania e realizza l'opera "Wall to Wall" che espone a una mostra alla Pennsylvania State University. Lo stesso anno gli fu offerto di insegnare anche all’Accademia di Belle Arti di Philadelphia in Pennsylvania.

1976. Crea le prime tele senza telaio applicate direttamente al muro. Dipinge la serie di tele "On the quantity of the surface".

1977. Realizza una serie di quaranta stampe bianco su bianco. Accetta il posto di Visiting Professor all'Università del Texas ad Arlington dove trascorre per cinque anni i semestri invernali.

1978. Realizza l'installazione "Tree with 84 tree trunks" e la espone alla Max Hutchinson Gallery, New York.

1980. Riceve dal Guggenheim Museum di New York "la Guggenheim Fellowship" che gli permette di vivere in Europa e di organizzare mostre personali a Milano, Zurigo e Roma.

1981. Realizza la scultura "Aglaophon" che viene installata presso l'Aubodon Art Center, New York.

1982. Dopo un lungo e sofferto periodo di depressione, muore tragicamente sua moglie Elisabeth Fischer. Il male oscuro di Elisabeth per molti anni ha influito negativamente sulla vita artistica di Savelli. La sua drammatica scomparsa è per lui un colpo durissimo e riesce a riprendersi solo dopo un lungo periodo vissuto in totale solitudine. Il comune di Pizzo Calabro gli dona una medaglia d'oro per i meriti artistici. Viene pubblicato "Angelo Savelli, Opera grafica 1932-1981" di Giuseppe Appella, edito da Scheiwiller.

1983. Viene premiato all'American Academy of Arts and Letters.

1984. Il PAC - Civico Padiglione d'Arte Contemporanea di Milano realizza una mostra personale.

1984. Realizza un'opera straordinaria che dedica alla moglie: "Glory of a broken wing, a Elisabeth Fischer" che si sviluppa su una lunghezza di cm 1650.

1986. Viene pubblicato "Libro bianco" con incisioni di Savelli e poesie di Lucini, edizioni Scheiwiller.

1988. Cambia studio, che sarà l'ultimo, e si trasferisce al 257 di Water Street, al Sea Port, Pier 17, a pochi metri dalla riva del fiume: una palazzina in mattoni rossi, la seconda costruzione più antica di New York. Savelli ama questa zona e trascorre molto del suo tempo al "Paris Café", di giorno punto d'incontro dei giovani di Wall Street e di notte rifugio del popolo del mercato del pesce. Tutti lo conoscono e lo amano. Lo stesso anno la Rai Corporation di New York realizza un filmato sulla sua vita e acquista alcune opere tuttora esposte nella sede di New York, all'incrocio della 55th Street con la Avenue of Americas nel palazzo della MGM.

1989. Incontra alla Rai Corporation di New York Susanna Argenterio, che ama come una figlia, e grazie a questo grande affetto ritorna a sentirsi vivo dopo anni di grande solitudine. Passano molto tempo insieme sia a New York che in Italia, nella provincia di Brescia a casa della Famiglia Argenterio.

1991. Viene aperto il "Centro d'Arte Contemporanea Angelo Savelli" a Lamezia Terme.

1993. Dà inizio alla realizzazione di una stanza presso l'albergo "l'Atelier sul Mare" a Castel di Tusa in Sicilia, che non riesce a terminare.

1994. Incontra a New York Patrizio Bertelli e la moglie Miuccia Prada, i quali visitano il suo studio e si innamorano delle sue opere. Savelli è attratto dalla vitalità di Bertelli, che in poco tempo diventa per lui un punto di riferimento; tra i due nasce una bella intesa. Quando Bertelli lo va a trovare nuovamente nel suo studio con idee per il suo futuro artistico, Angelo si lascia guidare e accetta il sostegno e supporto organizzativo che gli viene proposto.

30 novembre 1994. Il Presidente della Biennale di Venezia, Gian Luigi Rondi, comunica a Savelli che il consiglio direttivo della Biennale, su proposta del direttore, Prof. Jean Clair, lo invita a partecipare con una sala personale nella sezione italiana per la XLVI Biennale di Venezia. Agli inizi di dicembre Savelli comincia ad accusare problemi di salute. Susanna Argenterio si rende conto che Angelo ha bisogno di aiuto e lo raggiunge a New York.

14 febbraio 1995. Savelli riceve una lettera dal Curatore del Museo d'Arte Contemporanea "Luigi Pecci" di Prato Antonella Soldaini che lo invita a realizzare, per il periodo da giugno a settembre dello stesso anno, una Mostra Antologica. Per Savelli è un periodo meraviglioso, ma allo stesso tempo molto difficile. Tutte queste novità e decisioni da prendere lo affaticano molto. Consigliato da Susanna Argenterio, chiude lo studio per trasferirsi per un periodo in Italia. Alla fine di marzo, Savelli, le sue opere e tutti i suoi ricordi arrivano a Milano in Italia, dove avrebbe dovuto seguire personalmente la realizzazione degli eventi già programmati. Dopo due settimane dal suo arrivo Angelo, il giorno di Pasqua, si sente molto male. La Famiglia Argenterio, che l'ospitava, decide di ricoverarlo d'urgenza all'Ospedale S. Orsola di Brescia. È troppo debole e riesce a respirare solo con inalazioni d'ossigeno.

27 aprile 1995. Savelli muore nel Castello di Boldeniga di Dello (Brescia), all'età di ottantatre anni, circondato da amici, amore e affetto. Per sole poche settimane, non riuscirà a vedere realizzate le due mostre personali che lo avevano tanto incantato: la XLVI Esposizione Internazionale d'Arte (Biennale di Venezia), e la mostra al Museo Pecci di Prato in collaborazione con "PradaMilanoArte”.


 

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N. B.:

La cronaca degli eventi è stata tratta da alcuni nostri articoli giornalistici apparsi in epoca diversa sul giornale “il Quotidiano della Calabria”.

Le foto inserite nel testo fanno parte della collezione Orlando Accetta, pertanto sono di sua esclusiva proprietà e la loro eventuale riproduzione è consentita soltanto citandone autore e fonte.

La foto di Angelo Savelli, la biografia e la bibliografia, sono state tratte dal sito ufficiale dell’artista www.angelosavelli.it

 

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 Giuseppe Pagnotta

 

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