www.pizzocalabro.it di Giuseppe Pagnotta ORLANDO ACCETTA SCRITTORE, POETA E GIORNALISTA
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Salvati cinque naufraghi al largo del MontenegroMerito del Marconista napitino Giuseppe Giustinianodi Orlando Accetta Mercoledì, cinque febbraio 2003: televisioni e quotidiani riportarono la notizia del salvataggio dei cinque naufraghi del peschereggio “Cunegonda”, uno dei più grossi peschereggi del compartimento di Molfetta, affondato nel mare Adriatico al largo delle coste del Montenegro, a circa trenta miglia. Non tutti sanno che Giuseppe Forte (comandante), Nicola Catanzaro (marinaio), Cosimo Scardicchio (capopesca), Giovanni D’Ercole (armatore), Giuseppe D’Ercole (aiutante di macchina), devono la loro salvezza al marconista napitino Giuseppe Giustiniano, Ufficiale Radiotelegrafista imbarcato sul traghetto “Palladio”, cui va il merito del loro salvataggio.
Giuseppe Giustiniano, nato a Pizzo il 26 gennaio 1951, all’epoca dei fatti aveva circa trent’anni di navigazione attiva, sposato con tre figli, ha conseguito il diploma d’ufficiale Radiotelegrafista presso l’Istituto di Torre del Greco ed ha navigato con parecchie società, sempre molto stimato nel suo ambiente per la scrupolosità con cui affronta ogni situazione. Si scrive, molto spesso, di tragedie del mare, non ultima quella del Moby Prince, per cui fa piacere ricordare che sia stato proprio un pizzitano a dare il sigillo a una bella pagina della marineria italiana. Il marconista di Pizzo, dopo che nella concitata richiesta d’aiuto riuscì a captare il punto nave dove era avvenuto l’affondamento, per prima cosa avvisò il Centro Operativo di Roma, che inviò sul posto un elicottero, ma le situazioni atmosferiche, con mare forza otto e vento e pioggia molto forti, impedirono il recupero immediato dei naufraghi. A questo punto dal “Palladio”, dell’Adriatica, capirono che toccava a loro salvare quei poveretti e così, sfidando le pessime condizioni del tempo, giunsero sul posto dopo circa tre ore di navigazione, ma il buio non li aiutò, quindi drammatici sono stati i momenti del salvataggio dei naufraghi, trovati aggrappati a due scialuppe quando ormai le forze erano allo stremo, ma poi tutto si concluse positivamente. Il recupero dei pescatori fu molto difficile, poi il traghetto, con a bordo i cinque pescatori si diresse verso il porto di Durazzo. Il peschereggio molfettese "Cunegonda"di 150 tonnellate di stazza (al largo per una battuta di pesca a strascico, con 5 persone a bordo) martedì 4 febbraio 2003 affondò nel mare di Montenegro a circa 30 miglia al largo con mare forza 7. I cinque naufraghi, in balia delle onde per quasi cinque ore, furono trovati aggrappati a due scialuppe di salvataggio dal traghetto "Palladio" lì giunto dopo che Giustiniano ebbe captato lo S.O.S. nel pomeriggio di martedì 4 febbraio 2003. Dopo la bruttissima avventura i cinque naufraghi giunsero, il mercoledì 5 febbraio, a Durazzo in Albania ivi condotti dal traghetto di linea “Palladio”, partito da Ancona. Il giorno successivo, giovedì 6 febbraio, i cinque malcapitati marinai rientrarono a Molfetta condotti dal traghetto Sansovino, della compagnia Adriatica, dopo l’attracco nel porto di Bari.
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