www.pizzocalabro.it di Giuseppe Pagnotta ORLANDO ACCETTA SCRITTORE, POETA E GIORNALISTA
|
Una cattedrale nel desertoI lavori per la realizzazione dell’ascensore per la Marina fermi da anniL’opera incompleta voluta dall’ex sindaco StillitaniOltre un miliardo e mezzo buttato a maredi Orlando Accetta L’idea per la realizzazione di un ascensore alla “Marina”, secondo quanto affermato a suo tempo dall’ex sindaco socialista Maria Durante, risale all’anno 1984. I motivi, che all'epoca determinarono l'interessamento della Durante, furono le violente mareggiate che accaddero in quell'anno e che produssero non pochi danni a tutta la costa napitina, per cui fu urgente interessare i funzionari del Genio Civile e delle Opere Marittime: «Su nostro invito fecero un sopralluogo alcuni tecnici delle Opere Marittime e, in particolare, l'ingegner Capicchio del Genio Civile. Essi si resero conto immediatamente dell'urgenza di seri provvedimenti di recupero di tutta la parte che dalla "Marina" si estende fino alla "Cila" nei pressi della spiaggetta dei "Prangi". L'ingegner Capicchio, sollecitamente approntò un progetto molto complesso per la cui attuazione era previsto un finanziamento di 30 miliardi, che prevedeva anche l’idea della costruzione di un ascensore». In seguito, quel progetto fu concretamente ripreso dall’allora sindaco Francescantonio Stillitani, la cui approvazione risale all’agosto del 1995. Quindi il merito (o il demerito?) di avere portato a conclusione il progetto e il relativo finanziamento va senz'altro attribuito a Stillitani e alla sua giunta. Anzi esso costituì uno dei principali cavalli di battaglia della lista di centrodestra “Insieme per Pizzo”, per le amministrative del 16 novembre 1997, stravinte con no scarto di oltre 1000 voti. Nel corso del primo consiglio comunale, avvenuto martedì 25 novembre 1997, ci fu un intervento del consigliere di minoranza Pasquale Stingi, il quale rilevò che i cittadini «non si lamentano per l'ascensore che non c'è, ma piuttosto per i servizi primari che sono insufficienti o che sono inefficienti, rendendo difficile il vivere quotidiano». In effetti, la costruzione dell’ascensore non fu mai ben accetta dalla stragrande maggioranza dei pizzitani, che avrebbero voluto che si risolvessero i tanti e annosi problemi esistenti, quali quello della spazzatura, delle fogne a mare, delle buche per il paese, della cementificazione selvaggia, dell’acqua potabile, etc. Tanto è vero che in merito alla realizzazione dell'ascensore, il gruppo politico di “Alternativa”, per bocca del suo segretario Carmine Cavallaro, così si espresse: «Senza sentire ragioni, forse abbagliato da quella che gli era sembrata un'opera faraonica per associare il suo nome, non capendo il male che andava facendo a tutti i pizzitani, il sindaco, nei giorni scorsi ha consentito l'avvio dei lavori preliminari che hanno già provocato gravi e irreparabili danni al territorio. Un pezzo del muro di sostegno del costone della Marina è già stato demolito, alberi messi a dimora sono stati abbattuti per creare una strada. Il sindaco Stillitani non ha capito che per i pizzitani esistono valori ben più importanti». Da parte sua, l’attuale presidente del Consiglio Regionale Antonio Borrello, nelle vesti di consigliere regionale che già ricopriva, definì l'opera inopportuna e non necessaria «da ascrivere solo a una singolare nostalgia di antiche aspirazioni coltivate negli anni '50», nello stesso tempo presentando un'interrogazione all'assessore ai lavori pubblici della Regione Calabria, trasmessa anche al Genio Civile di Vibo Valentia, alla Provincia e al Prefetto, con valenza di esposto-denuncia. Nel mese di agosto 1998, il progetto concernente la costruzione di un ascensore di collegamento tra Piazza Castello e la Marina di Pizzo, fermamente voluto dal sindaco Francescantonio Stillitani, fu sospeso in attesa di tempi migliori, ma il primo cittadino, ripetutamente, affermò la sua intenzione di andare avanti, nonostante le varie contestazioni provenienti da più parti, non ultime quelle di Giuseppe Paolillo, segretario regionale del Wwf. Altra voce critica fu quella del segretario politico di rifondazione Comunista, Ivano Tuselli, il quale, in sostituzione dell’ascensore, propose la costruzione di un "Sentiero per una cultura", con lo scopo di utilizzare quello che già esiste e che andava soltanto rivalutato, citando, quale metafora, un intervento di Osvaldo Pieroni apparso sul "Quotidiano" del 15 agosto 1998, che invitava alla riscoperta del "tesoro nascosto sotto la discarica”. Il sindaco Franco Stillitani, a febbraio 1999, con evidente riferimento alle sollecitazioni provenienti dalle opposizioni, che in più occasioni espressero la loro perplessità e qualche dubbio circa la realizzazione delle "grandi opere" promesse durante la campagna elettorale dell'autunno '97, dichiarò: «Il nostro è un programma da sviluppare in quattro anni, per questo siamo restii a rispondere alle continue punzecchiature di chi forse vorrebbe dei maghi come amministratori. Per quanto ci riguarda, stiamo rispondendo con i fatti, che è poi l'unico metro di giudizio che interessa ai cittadini». Sempre Stillitani, non nascose la sua soddisfazione, anche nella prospettiva che queste opere fossero collegate col centro storico per mezzo dell'ascensore «che realizzerà un sistema Piazza-Marina-Seggiola che, per come è intendimento dell'amministrazione, rivaluterà l'intera zona». Ci fu pure una dura presa di posizione di un suo ex assessore, Franco Feroleto De Maria, che in pieno consiglio comunale ventilò l’ipotesi che la costruzione dell’ascensore fosse pilotata: «A chi giova l'ascensore? Forse agli ipotetici clienti del probabile albergo che dovrebbe sorgere nel palazzo vicino?». Nel frattempo i lavori continuavano (siamo ad aprile 1999) col sindaco Francescantonio Stillitani rassicurante sulla costruzione dell'ascensore, a smentita di talune dicerie secondo cui motivi esterni stavano rallentando i lavori: «Per quanto mi riguarda, i lavori continuano e se la ditta li ha sospesi, è soltanto per motivi suoi. L'importante è che i lavori siano consegnati rispettando i termini previsti», e che i rallentamenti erano dovuti essenzialmente a vari ricorsi e ostacoli frapposti. Chiarimenti e precisazioni reiterati anche in diversi consigli comunali, specificatamente in uno del mese di dicembre 1999, quando affermò nuovamente che il fermo era dovuto ai vari ostacoli frapposti da altri enti pubblici, come la capitaneria di porto e la soprintendenza ai beni culturali e ambientali. Al riguardo, il sindaco fu molto polemico nei confronti della Capitaneria di porto di Vibo Marina: «Il comandante non ha ancora concesso l'autorizzazione per riprendere i lavori, ma noi riprenderemo lo stesso. Il Comune dovrebbe essere l'unico titolare del territorio a dover decidere, è una legge assurda. I lavori sono stati bloccati perché un muretto è stato fatto a 28 metri dai limiti demaniali invece che a 30 metri. Questo è il motivo perché i lavori non procedono ed è grave. Siamo bloccati dagli interventi degli enti pubblici. Non dico che non debbano esprimersi, ma lo devono fare in tempi brevi e certi. Non è possibile che un Comune sia bloccato perché persone che sono dietro ad un tavolino non si decidono a esprimere un proprio parere». In quel periodo si costituì anche un “Comitato per la Marina”, che con manifesti e comunicati stampa, nonché attraverso un’azione di protesta che ebbe il suo epilogo all’interno della sala consiliare, si espresso in modo assai critico per le condizioni di abbandono dell’antico borgo marinaro, chiedendo al «sovrano così illuminato, “Re Cicciundòni I”», di interessarsi dei veri problemi e non dell’ascensore. Per capire bene la situazione, succintamente riportiamo le fasi più salienti che caratterizzarono la vicenda della "Marina": mareggiate dell'aprile 1998, convegno-passerella regionale del mese di ottobre 1998, manifestazione popolare del luglio 1999 culminata con l'occupazione del Comune, sopralluogo del Genio Civile di agosto 1999, mareggiate di dicembre 1999, visita di Luigi Meduri a gennaio 2000, sopralluogo della Protezione Civile a febbraio 2000, altro sopralluogo del Genio Civile a giugno 2000, transennamento di tutto il lungomare da parte della Capitaneria di porto a giugno 2000. Gli anni passavano, ma la costruzione dell’ascensore, nonostante le promesse fatte e le assicurazioni in più riprese si giunse al 7 aprile 2002, quando, l’ex sindaco Francescantonio Stillitani, in seguito assessore regionale ai trasporti, andando deciso per la sua strada, con sua gran soddisfazione, procedette al collaudo farsa dei due ascensori. In effetti, quell’opera non entrò mai in funzione davvero.
Nel frattempo ci furono altre elezioni amministrative, questa volta con la vittoria della lista di centro sinistra guidata dal sindaco Franco Falcone e dal vice sindaco Giusy Federico, con delega ai lavori pubblici. Quest’ultima, nel mese di giugno 2003, fece una dichiarazione che, di fatto, apriva le porte al completamento della costruzione dell’ascensore dopo i tanti soldi sprecati da Stillitani. Infatti, il vice sindaco comunicò che erano in arrivo 300 milioni di vecchie lire per il terzo lotto, necessarie per completare i lavori e, quindi, procedere al vero e proprio collaudo, poiché quella operata dall’ex sindaco Francescantonio Stillitani nella primavera scorsa è stata soltanto un’operazione di propaganda elettorale. Poi, si dovrà garantire la manutenzione e il mantenimento d’idoneo personale. Al riguardo, c’è da registrare anche un’importante valutazione che fece il direttore del Museo Provinciale Murattiano, Franco Cortese, secondo cui l’ascensore «sarà un vero e proprio fallimento se prima non si creeranno almeno 200 posti macchina alla “Marina». Al Comune, da oltre un anno, è ritornato nuovamente il centro destra guidato dal sindaco Fernando Nicotra e dall’attuale consigliere regionale Udc Francescantonio Stillitani, che copre l’incarico di presidente del Consiglio, e, quindi, sono partire nuovamente le eccezioni delle parti politiche avverse. Registriamo, per prima, la presa di posizione del dirigente del Pd, Franco Procopio, già segretario del Pds: «Sono alquanto preoccupato perché la pratica relativa al Contratto di Quartiere sembrerebbe che sia stata arenata dall’attuale amministrazione guidata dal sindaco Fernando Nicotra. E poi, i fondi per il completamento dell’ascensore che dovrebbe collegare Piazza Castello con la “Marina” sono stati reperiti dalla precedente amministrazione. Che l’ascensore, opera inutile per alcuni e utile per altri, nel bene o nel male sia una realtà è già risaputo, però non si capisce quale problema intraveda il sindaco Nicotra che si affanna a ricercare nuovi sistemi di finanziamento per la sua ultimazione». E siamo arrivati ormai ai nostri giorni con le dure accuse del consigliere di minoranza Giusy Federico rivolte nei confronti di Stillitani, il quale, nonostante fosse stato assessore nella giunta Chiaravalloti, si attivò mai per il completamento di quell’opera da lui sempre e caparbiamente difesa e voluta segnalando il finanziamento relativo al collegamento verticale tra Pizzo Marina e Piazza Musolino: «Appena eletta, la sottoscritta, allora assessore ai lavori pubblici, da subito si attivava per metter a regime quell’opera che era stata inaugurata, con giro turistico, durante la campagna elettorale dall’amministrazione Stillitani, ma immediatamente prendeva atto che si trattava di un clamoroso falso. Infatti, non solo l’opera non era terminata, ma mancava tra l’altro delle autorizzazioni preventive da parte dell’Ustif. Pertanto, badava a inoltrare richiesta di finanziamento alla Regione Calabria L.24, per la somma necessaria per il completamento, e a contattare l’Ustif per il rilascio delle autorizzazioni. Egli non si è mai attivato affinché il comune di Pizzo ottenesse il finanziamento reiteratamente richiesto. Poiché anche nella scorsa campagna elettorale aveva promesso che il giorno dopo la vittoria avrebbe immediatamente messo in funzione l’ascensore, ma che non è avvenuto, ovviamente non può che addossare a inefficienze passate il mancato adempimento della stessa. Mentre, in effetti, l’amministrazione Falcone, resasi conto dell’impossibilità di ottenere il finanziamento dalla Regione, si è attivata a inserire la richiesta nel contratto di quartiere, ottenendolo. È passato un anno da quando quest’amministrazione si è insediata e la stessa è stata in grado solo di richiedere proroghe al Ministero, non si sa se ottenute, dilazionando così i tempi di conclusione dei lavori dell’ascensore e ancora una volta ai cittadini pizzitani non è detta la verità sostanziale dei fatti». Dal 1995 sono ormai trascorsi tredici anni, ma di quell’opera rimane soltanto una specie di fungo di cemento armato che fuoriesce da Piazza Musolino, a pochissimi metri dal castello Murat, che deturpa tutto l’ambiente circostante. L’attuale sindaco Fernando Nicotra e lo stesso consigliere regionale Francescantonio Stillitani, nel corso della recente campagna elettorale del maggio 2007, di quell’opera ne fecero una bandiera, promettendo la sua concreta realizzazione e messa in funzione, ma ancora nulla è dato vedere. Si è trattata della solita promessa elettorale per abbindolare gli elettori? In ogni caso, ci sono due strade da fare, demolire l’intera struttura per ripristinare la situazione preesistente, con la costruzione del “Sentiero per una cultura”, come suggerito da Tuselli, oppure, finalmente, dar corso alle promesse fatte. Dichiarazione di Giuseppe Paolillo, segretario regionale del WWF, fatta in occasione della rivolta dei “marinisi” a luglio 1999 «Stillitani, con il "Garden", ha comprato la maggioranza dei cittadini di Pizzo. Questa è la verità cruda. Basta elargire qualche piccolo incarico che durerà qualche mese e tutti i problemi del paese rimangono quelli che sono. Qui c'è un grossissimo errore di fondo, qui si è confusa l'attività imprenditoriale del sindaco, con l'attività turistica. Lui può anche darsi che sia un bravo imprenditore, questo però non vuol dire che sia anche un bravo amministratore. La prova dei fatti ci dice, invece, che Stillitani è stato un pessimo amministratore e gli esempi sono tantissimi. Incominciamo da quella che io chiamo la telenovela dell'ascensore. Mi ricordo quando iniziarono i lavori, per motivi elettorali, nel novembre 1997. Io dissi, e lo scrissi anche sui giornali, gli mandai anche una lettera: “Attenzione, si sta producendo uno scempio ambientale e come W.W.F. non ci siamo proprio”. Quando vidi sbancare e buttare giù quegli alberi, che stavano lì da oltre trent'anni, gli ho detto che stava facendo uno scempio. Pronta la replica e mi disse: “Attenzione, non c'è nessuno scempio ambientale, anzi, mi rispose sul giornale, questo intervento servirà a eliminare quell'orrendo muro di cemento. Guardate un po' a distanza di un anno cosa è successo. Ha eliminato un muro di cemento e ne ha fatto costruire un altro più orrendo. Ma l'ascensore, secondo me, è l'ultimo dei problemi di Pizzo. Secondo me il vero problema della "Marina" si chiama spiaggia. Non esiste la "Marina" di Pizzo senza la spiaggia e vi dovete muovere perché qui ci deve essere la spiaggia che c'era una volta, altrimenti questo quartiere può avere diecimila pizzerie, ma non sarà la "Marina", sarà un'altra cosa. Ci sono seri motivi di sicurezza che vi devono spingere, voi che abitate qui, dovreste darvi da fare. Se dovesse arrivare una mareggiata di una certa entità veramente queste case poterebbero rischiare di finire a mare. Stillitani non sa neanche lui cosa vuole, prima dice che il problema delle fogne alla "Seggiòla" è stato risolto, poi a distanza di anni si accorge che sì, il problema della "Seggiòla" esiste, però insiste ancora a dire che è stato risolto. Guarda caso, proprio stamattina la "Seggiòla" ci ha restituite le fogne, invadendo il mare circostante. Sono soddisfatto che qualcosa si muova, e meno male che finalmente qualcuno ha scoperto che Pizzo ha il mare inquinato. Quando lo dicevo io o il W.W.F. si negava e si diceva che il mare di Pizzo non è stato mai così pulito. Meglio tardi che mai. Per farvi capire la strafottenza nei confronti della salute nostra e dei nostri figli, vi racconto un fatto. L'anno scorso, alcuni cittadini della "Marinella" mi hanno inviato una lettera in cui scrivevano di aver trovato degli escrementi a mare. Pronta la replica del Comune di Pizzo: «A noi non risultano queste cose, risulta semplicemente che l'Asl di Vibo ha effettuato dei prelievi e risulta che siano inquinate la "Seggiòla" e la foce dell'Angitola». Attenzione, a norma di legge avrebbero dovuto impedire almeno la balneazione, cosa che non è stata mai fatta. Avete mai visto un cartello con sopra scritto divieto di balneazione? Io non l'ho visto, e questo esempio vale per dimostrare quanta poca sia la considerazione di questi amministratori nei confronti della salute dei cittadini. Ci vogliono le manifestazioni, ma ci vogliono anche le denuncie alla magistratura. Ognuno, specialmente i politici, si deve assumere le proprie responsabilità, facendo anche le denuncie alla magistratura quando ci sono i motivi. Sia i consiglieri comunali e sia i consiglieri provinciali, se ci sono delle irregolarità, devono denunciare i responsabili, qualche condanna li indurrà ad alzare i tacchi e andarsene colà da dove sono venuti». Dichiarazione del sindaco Francescantonio Stillitani, in occasione del collaudo farsa di aprile 2002: «Oggi stiamo facendo il collaudo tecnico dei due ascensori e questo dimostra che è quasi pronto al 95 per cento. Abbiamo costatato che funziona regolarmente, avendolo provato di persona. È una grossa soddisfazione perché è una di quelle opere di punta che noi avevano programmato sin dalla passata amministrazione, e che per me caratterizza l’immagine di Pizzo. Come si è visto, la Marina e piazza della Repubblica sono collegati nel giro di due minuti e questo, secondo me, porta a una conurbazione e a una sinergia, anche commerciale, del centro storico e del quartiere marinaro. Inoltre, io sono convinto che questi ascensori, col bar che deve essere fatto a fianco, con l’utilizzo delle terrazze con i tavolini e abbellimenti vari, diventeranno una meta turistica da parte di tutto il circondario, quindi non solo saranno utilizzati come mezzi di trasporto, ma sicuramente saranno un punto d’attrazione perché li verranno a vedere tutti. Ognuno può trasportare, a pieno carico, 13 persone». |
|