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ORLANDO ACCETTA

SCRITTORE, POETA E GIORNALISTA

 


La Calabria degli sprechi

Piscina del Nautico, un’altra opera incompiuta

Da dieci anni non si sa nulla di certo

Pare che sia pronta ma non è ancora stata inaugurata

La ricostruzione di una lunga storia di incontri promesse e rinvii

La struttura risale al 1999 costruita utilizzando fondi Cee

di Orlando Accetta

L'Istituto Tecnico Nautico di Pizzo, con apposita autorizzazione del Ministero della Pubblica Istruzione risalente al mese di febbraio 1999, avviò la realizzazione di un "Centro risorse contro la dispersione scolastica".

Il progetto, finanziato con i fondi strutturali della Comunità Europea, prevedeva la realizzazione di quattro laboratori-ambienti per l'orientamento e il recupero dello svantaggio degli alunni a rischio di marginalizzazione sociale, di luoghi di accoglienza per il tempo libero dove esercitare attività di tipo teatrale, musicale, e, insieme con altre iniziative, anche una piscina semiolimpionica per le attività sportive, finanziata e approvata, della misura di metri 25 per metri 13, la cui costruzione ebbe inizio a ottobre dello stesso anno. I laboratori di orientamento, avrebbero riguardato la simulazione di servizi del terziario (agenzia bancaria e agenzia turistica); le attività elementari nel settore primario (laboratorio di moltiplicazione di funghi e vegetali, serra ad attività computerizzata e struttura per l'ambientazione dei prodotti delle serre); il laboratorio ambiente e territorio; il laboratorio di simulazione di processi produttivi, mentre gli ambienti per le attività integrative e di accoglienza si riferivano alla realizzazione di un teatro.

 

Il lieto annuncio: La piscina è pronta

A poco più di un anno di distanza dal primitivo annuncio, nel mese di dicembre del 2000 ci fu la lieta notizia (così almeno apparve) che i lavori relativi alla costruzione della piscina semiolimpionica erano stati completati, con copertura in tensostruttura della misura di metri 25 per 13, realizzata tenendo conto delle più moderne tecniche e caparbiamente voluta dal preside dell’epoca, Francesco Giovanni Nardino. Sarebbe stata illuminata, si disse, con appositi fari, riscaldata ad aria e con accesso attraverso quattro scalette d’altrettanti gradini, poste a ogni angolo della struttura. Stretti collaboratori furono i professori Giuseppe Nardino, fratello del preside, e il progettista ingegner Sergio Grillo, entrambi insegnanti presso lo stesso Istituto.

L’importante struttura avrebbe avuto senz'altro, se fosse entrata in funzione, un impatto sociale di consistente rilevanza, non solo per la città di Pizzo, ma anche per tutto il circondario vibonese, perché destinata a combattere la dispersione scolastica e la frammentazione sociale, per gli alunni del Nautico, ma anche per quelli delle altre scuole della provincia di Vibo Valentia. Inoltre, sarebbe servita anche a quei giovani a rischio che non trovano una struttura necessaria come punto di riferimento per l'inserimento nella vita sociale, di fatto divenendo punto di aggregazione per i giovani, che avrebbero avuto la possibilità di esercitare attività ludiche e di sport.

Si attese per anni e con comprensibile impazienza il giorno della sua inaugurazione e messa in funzione, che sarebbe dovuta avvenire nei primi mesi del 2001, nella certezza che il Comune, la Provincia e la Regione, avrebbero dato attuazione ad alcuni interventi per rendere l’ambiente e la piscina davvero funzionanti e sicuri, al riparo anche da atti vandalici. Il problema della gestione, nel frattempo, stava per essere studiato dal preside Nardino e dai professori Sergio Grillo, Giuseppe Nardino e Carmine Cavallaro, con l’ideazione della stipula di una specifica convenzione che avrebbe dovuto privilegiare la lotta alla dispersione scolastica, il recupero sociale e le attività sportive.

Un progetto rimasto sulla carta – Le precisazioni dell’assessore Paolo Barbieri

In cuor suo, il preside Nardino era convinto che l’apertura della piscina potesse avvenire già agli inizi del 2001, ma così non fu e, ancora oggi, si attende il giorno della sua inaugurazione. Quali gli ostacoli? Ragioni burocratiche, forse, disinteresse delle istituzioni (Comune, Provincia, Regione), certamente. Alla fine del 2001 si registrò la presa di posizione del vicepresidente e assessore ai lavori pubblici della Provincia, Paolo Barbieri, sui presunti ritardi burocratici o disinteresse da parte dell’amministrazione provinciale, in ordine alla mancata inaugurazione della piscina coperta, precisando che alla Provincia non era imputabile alcuna colpa, anzi lamentò che la colpa fosse di altri, in particolare ricordò che il suo assessorato in data 5 settembre 2001 aveva inviato alla direzione dell’Istituto e al Comune di Pizzo (sindaco era l’attuale consigliere regionale udiccino Fracescantonio Stillitani) una lettera con la quale si sollecitavano alcuni adempimenti di parte, indispensabili all’acquisizione e poi alla gestione della piscina al patrimonio provinciale.

Nella stessa lettera Barbieri chiese, ai sensi della legge 23/96, affinché la struttura potesse essere trasferita al patrimonio provinciale, che si procedesse al collaudo dei lavori e al trasferimento nelle forme di legge e solo dopo sarebbe stato possibile il necessario collaudo e il conseguente suo trasferimento alla Provincia. Fino allora, precisò Barbieri, la piscina non poteva essere messa in funzione.

Le precisazioni del preside Francesco Giovanni Nardino: La struttura è stata realizzata, manca solo l’allaccio del gas

Anche il preside Francesco Giovanni Nardino, nel mese di ottobre 2002, intese chiarire la posizione della sua scuola, specificando che la piscina, non solo era già stata costruita, ma che erano stati fatti anche dei collaudi ad alcuni impianti, mentre mancava soltanto l’allaccio per il gas per poterla fare funzionare, problema in via di risoluzione, per cui di lì a poco si sarebbe potuto fare l’intero collaudo, primo atto per consentire i successivi passaggi. Anzi, difese l’amministrazione provinciale che, a suo dire, non si ritirò mai indietro, e rilevò come fosse merito di quell’ente se tanti problemi furono risolti.

Assicurazione dell’assessore Paolo Barbieri: «Tra due mesi il collaudo»

Assai proficuo, agli inizi di novembre 2002, fu l’incontro che il vice presidente e assessore ai lavori pubblici della Provincia, Paolo Barbieri, ebbe con docenti e alunni dell’Istituto Tecnico Nautico di Pizzo. Barbieri, infatti, entrando nel merito della piscina semiolimpica, ancora chiusa, chiarì che essa era stata costruita con un progetto della scuola, con finanziamenti europei, dopo di che la procedura prevedeva il collaudo, quindi la struttura doveva essere trasferita nella proprietà del Comune di Pizzo, che fino a quel momento si era dimostrato insensibile al problema. Questo, nonostante che egli avesse scritto un’apposita lettera, indicando quale fosse la procedura da seguire per la sua apertura: collaudo, passaggio della proprietà dalla scuola al Comune e da questo alla Provincia.

A quella lettera, però, Barbieri ebbe risposte alquanto superficiali da parte dei tecnici comunali, i quali sostennero che la questione non era di loro competenza, in questo modo dimostrando scarsa conoscenza delle procedure e delle loro competenze d’ufficio e funzionali. In sostanza, per Barbieri, fino a quando il Comune non avrebbe incamerato l’Istituto nella sua proprietà, per poi procedere al successivo passaggio alla proprietà della Provincia, questo ente non avrebbe potuto fare nulla. Il Comune, cioè, avrebbe dovuto prendere il possesso della piscina e in seguito sarebbe stato possibile un intervento della Provincia.

Conclusi i lavori di allacciamento del gas – L’apertura prevista per la fine di febbraio 2002

A gennaio 2002 terminarono i lavori di allacciamento dell'impianto a gas, e fu previsto che l'importante struttura sportiva potesse entrare in funzione entro la fine del mese di febbraio, ma a marzo dello stesso anno, ancora nulla di nuovo, tanto che il presidente della società “Pallanuoto Pizzo”, Giosi Cretella, spedì una lettera al Comitato Regionale Campano della Federazione Italiana Nuovo, al Comitato Regionale Calabro CS della Federazione Italiana Nuovo, e alla sede romana della Federazione Italiana Nuovo Settore Pallanuoto, con cui comunicava di dover rinunciare al campionato di pallanuoto maschile "Serie C".

Il presidente Cretella, vista la situazione della piscina di Pizzo, s’interessò affinché quell’impianto potesse essere aperto al più presto, però trovando enormi difficoltà e vari rimandi di responsabilità

Dal sindaco Franco Falcone approvata la convenzione per il trasferimento alla Provincia

A febbraio 2004, il sindaco dell’epoca Franco Falcone (diessino), succeduto al suo omonimo Francescantonio Stillitani, comunicò che con deliberazione di consiglio comunale numero 42 del 30 settembre 2002 era stata approvata la convenzione con la Provincia di Vibo Valentia per il trasferimento della struttura. Di fatto, poi, tale consegna non fu possibile poiché emerse che il terreno su cui sorgeva la piscina, ma anche lo stesso Istituto Nautico, era catastalmente agli originari proprietari.

Per ovviare a tale inconveniente, con deliberazione di consiglio comunale numero 19 del 31 marzo 2003, si procedette all’acquisizione al patrimonio indisponibile del Comune del relativo terreno, e successivamente, l’entrata in vigore il 30 giugno 2003 del Dpr numero 327 dell’otto giugno 2001 (Testo unico delle disposizioni legislative e regolamentari in materia d’espropriazione per pubblica utilità), comportò il rinnovo della procedura ai sensi dell’articolo 43 del medesimo testo unico, che consente all’amministrazione con atto d’acquisizione di legittimare l’uso senza titolo del bene altrui con l’acquisto formale del bene. Pertanto, gli uffici comunali, avvalendosi della predetta disposizione, procedettero all’emanazione del relativo decreto acquisendo al patrimonio indisponibile del Comune il terreno su cui sorgono la piscina e l’Istituto Nautico, cui seguì la notifica agli aventi diritto.

Quindi, seguì la buona notizia, fornita dal sindaco dell’epoca Falcone: “L’atto è stato trascritto alla conservatoria dei registri immobiliari, precisamente il 26 gennaio 2004, quindi si è in attesa della volturazione presso gli uffici catastali che comunque è già in corso”.

Barbieri, ancora una volta assicura: entro febbraio 2008 la struttura sarà consegnata alla scuola

Al fine di diradare ogni dubbio, a gennaio di quest’anno, il vice presidente e assessore ai lavori pubblici della provincia di Vibo Valentia, Paolo Barbieri, alla presenza dell’ing. Francesco De Fina, dirigente ai lavori pubblici con competenze specifiche all’edilizia scolastica, precisò che durante la fase di costruzione della struttura ci furono dei problemi nella procedura e delle difficoltà, provvedendo a spese della Provincia a fare quei lavori di adeguamento a completamento avviati nel 2006, esternando l’ennesima buona notizia, anche essa rivelatasi non definitiva: «Nel giro di qualche settimana e, comunque, entro questo mese di febbraio 2008 noi siamo nelle condizioni di operare gli ultimi adempimenti, quali i collegamenti con i servizi, quindi a breve riusciremo a ultimare l’opera e consegnarla alla scuola, in questo modo dando una risposta positiva e facendo in modo che la piscina venga consegnata alla comunità di Pizzo e alla comunità provinciale, tale da poter essere utilizzata».

La speranza di tutti fu che la piscina davvero potesse essere consegnata ai responsabili dell’Istituto Tecnico Nautico prima di altri dieci anni, ma essa ancora è abbandonata a se stessa, fatiscente, invasa da sterpaglie e a rischio di atti vandalici perché incustodita. Di chi sono le responsabilità? Perché non si indaga?

SCHEDA SULL’ISTITUTO TECNICO NAUTICO

Presso l'Istituto Tecnico Nautico, l’unico esistente a Pizzo, esistono due diversi indirizzi, cioè il "Nautico" e il "Commerciale", il ciclo di studi di entrambi gli indirizzi hanno la durata di cinque anni, con un triennio comune, mentre gli ultimi due anni concernono studi per il corrispondente diploma specifico. Il "Nautico", a sua volta, ha due sezioni, che conferiscono due diversi tipi di diplomi: "Capitani", equivalente a perito per i trasporti marittimi; "Macchinisti", equivalente a perito per gli impianti marittimi. Il "Commerciale" è un corso di studi a indirizzo giuridico-economico-aziendale che conferisce il diploma di ragioniere e perito commerciale, dove già dal 1998 è stato istituito un laboratorio d’informatica come disciplina aggiuntiva per il biennio.

Tra i diversi laboratori e attrezzature presenti, presso la sezione commerciale, sono da ricordare il laboratorio d’informatica con collegamenti a "Internet", altri laboratori scientifici diverse prestazioni multimediali in fase di allestimento. Presso la sezione nautica sono presenti un planetario computerizzato, un laboratorio di meteorologia, un laboratorio di comunicazione sistema "Gmdss", un laboratorio di navigazione con simulatore di plancia, un simulatore di macchine navali computerizzato per il laboratorio di macchine, un laboratorio d’informatica.

Tutti gli allievi possono fare uso dei diversi laboratori e delle attrezzature presenti nelle due sezioni e partecipano ogni anno ai giochi sportivi studenteschi. Di quest’importante struttura se ne doveva avvantaggiare sicuramente gli studenti interni, la città di Pizzo, ma anche tutta la Provincia, finalizzata a combattere la dispersione scolastica e la frammentazione sociale dei giovani, quale dimostrazione che il Nautico di Pizzo era ed è una scuola dinamica, aperta, costruttiva e perfettamente inserita nel territorio, una scuola in continua crescita e capace di dare risposte concrete alle esigenze dei giovani.

L'Istituto Nautico di Pizzo ha una storia secolare poiché la sua prima apertura risale al 10 ottobre 1874, avvenuta grazie al decreto reale di Vittorio Emanuele II dell'8 Marzo dello stesso anno, proposto all'epoca al Re d'Italia dal commendatore Finali, ministro dell'Agricoltura, Industria e Commercio.

Allora si chiamava "Reale Scuola Nautica e di Costruzioni Navali" intitolata a Faa di Bruno, e purtroppo ebbe un'esistenza breve e abbastanza travagliata in quanto, dopo poco più di un decennio di attività didattica, per ristrettezze di fondi, nel mese di luglio del 1887, fu costretta a cessare l'attività didattica. Seppure il periodo fu breve, riuscirono a diplomarsi 38 capitani di navi a vapore.

La sua chiusura deluse molte aspettative dell'intera popolazione, la quale non si arrese e tenne sempre vive le aspirazioni per una sua ripresa. La città ha sempre anelato a che i suoi giovani che intraprendevano la vita del mare potessero studiare in un istituto appropriato e che avessero cosi un titolo di studio-superiore da valere anche come strumento di riscatto sociale per una comunità che si poneva a bordo, fino allora, a ricoprire ruoli più umili, seppur sempre dignitosi. Le richieste della riapertura di una scuola nautica si susseguirono negli anni e furono supportate, in un impegno corale, da continue delibere comunali, da rapporti, indagini statistiche e unanimi documenti politici, tutti inviati al competente ministero fino a che, dopo tante delusioni, si arrivò a concretizzare un sogno di una comunità. Notevole fu l'opera dell'onorevole Rocco Salomone, che non mollava e agiva in sinergia con il consigliere provinciale Sarino Ventura.

Si giunge, finalmente, al 30 Novembre 1957, quando il consiglio provinciale di Catanzaro votava all'unanimità l'apertura dell'Istituto Tecnico Nautico di Pizzo, il primo nell'intera Calabria, così la macchina organizzativa per reperire i locali e gli arredi si metteva in moto con uno scopo già ben definito. E fu gioia popolare quando il primo luglio 1959, il dottor Giovanni Liuzzi, Provveditore agli studi di Catanzaro, telegrafava alla dottoressa Diana Serrao Musolino, sindaco di Pizzo pro tempore, che dal primo ottobre dello stesso anno l'Istituto Nautico di Pizzo poteva avviare l'attività didattica con la possibilità di costituire le seguenti classi: 1^ Classe capitani; 1^ Classe macchinisti; 2^ Classe capitani e 3^ Classe capitani. Dopo quattro anni, i corsi verranno completati e comprenderanno: 5 classi del corso macchinisti e 5 classi del corso capitani.

Fu nominato come primo preside incaricato, l'ingegner Eugenio Miceli. L'Istituto aprì, di fatto, i battenti il 16 ottobre 1959, usufruendo all'inizio, di cinque locali presi in affitto nel palazzo della Villa Musolino, sito sulla Via Nazionale e, in attesa degli arredi, cominciò l'attività educativa prendendo in prestito le sedie delle chiese locali.

Il Nautico, sin dal 1964, ha iscritto anche la componente femminile. Nell'anno scolastico 1998-99 è stato accorpato l'Istituto Tecnico Commerciale, sino ad allora sezione staccata di Vibo Valentia, con sede ubicata nei locali del vecchio Nautico di Via Marcello Salomone.

 

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 Giuseppe Pagnotta

 

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