www.pizzocalabro.it di Giuseppe Pagnotta

ORLANDO ACCETTA

SCRITTORE, POETA E GIORNALISTA

 


'A Candìna

di Orlando Accetta

La “Candìna” - ossia cantina, taverna, bettola, osteria - per il popolino meridionale e quindi anche pizzitano fu luogo privilegiato per riposarsi, a sera, dalle fatiche della lunga giornata di lavoro, in allegra compa­gnia e sorseggiando qualche “palla” (boccale da litro) di vino loca­le ma fu anche luogo di sosta per sfaccendati, vagabondi e “sciambagghjùni” che in nessun conto tenevano i loro doveri di mariti e di pa­dri, per cui molte famiglie andavano in rovina. "Fin dai rimoti tempi gli uomini della plebe, per riposo di fatiche cercavano le panche di una taver­na...E veramente attorno a quelle panche si raggranellavano quelle esistenze precarie di uomini che spesso non hanno tetto, sem­pre non hanno sistema e regola di vita, e talvolta non sanno la propria origine ed ignorano i propri genitori..." (Carlo Tito del Bono, La Taverna - Napoli, 1858).

          

Casacasa, Scutìcchju, Piciàrru, Pastìzzu, Cannèja, Jennàru, Mandaràna, Vrigòli, Carminèju, 'ZZa Rosa 'a Rizza, Bongianni, Cardìju, furono i nomi delle cantine più in voga e più frequentate. Ognuna di esse aveva una sua particolare nomea che la caratterizzava e la contraddistingueva, secondo la qualità del vino offerto (rosso, bianco, zi­bibbo), dello “stuzzichìnu” che era possibile trovare e gustare, della compagnia che si sapeva di tro­vare, non esclusa la possibilità della facile avventurella extraconiu­gale con la “zòccula” di turno che usava frequentare il locale, ven­dendo lupini, “càlia cotta”, “pastìji”.

Qualcuna offriva anche “i vrasciòla di castagni”. Per chi poteva avere qualche soldo in più, il “candinèri” offriva “lardu e bucculàru salàtu”, prodotti in salamoia (olive, pomodori, melanzane, peperoni), op­pure salsicce di maiale, salami locali, “stufatèju (soffritto) d'arròbba 'i dinda” (trip­pa, polmone, cuore, fegato, milza), “zzirìnguli” (detti anche “salimòri”), “friscàtuli”, “parànza”. Molte altre volte, invece, era sufficiente un pugno di lupini o di “càlia cotta”, un finocchio, qualche castagna cruda, arrostita, secca (“pastìja”), o anche un po' di pane biscottato (“pani tostu ammògghjàtu”).

A quelle panche e tavole di rustico legno si potevano notare seduti, accanto a qualche galantuomo decaduto (“cadùtu 'mbascia fortuna”), artigiani, cordàri, conzàri, marinari, cavatùri, facchini e vastasi.

Il principale stimolo che muoveva gli avventori della “Candìna” era, comunque, “u vizzu 'i l'acqua russa”: bere e mangiare, nel popolino, erano i più sentiti e primari bisogni da soddi­sfare, e questo con­seguentemente originava sre­golatezza di vita e disordine mo­rale, produ­cendo enorme danno all'intera propria famiglia: economico, morale e civile. Avere un marito, un padre, un fratello ubriacone e assiduo frequentatore della “Candìna”, rappre­sentava una non positiva carta di credito, specialmente quando si trattava di combinare un matri­monio con un componente di quella famiglia, ancor di più se si fosse trattato di “zzitijàri” una “fìgghja fìmmana”.

La “Candìna” poteva essere anche covo di litigi e furibonde risse, che non poche volte sfociavano in chiarimenti cruenti a base di... “zzaccàgni”.

Gli anziani di Pizzo sicuramente si ricordano ancora di un feroce episodio di violenza accaduto, negli anni '60, in una "Candìna" situata nei pressi di Piazza della Repubblica, vicino al Cinema Moderno, culminato con l'uccisione di un avventore.

Il segno distintivo della “Candìna” era la “frasca di mirtìja”, esposta all'esterno della porta d'ingresso. In genere i locali erano situati in ampi e rustici scantinati, spesso umidi, con scarsa luce e porta larga, per facilitarne l'entrata. A ogni  buon conto forse era un sistema, per il popolino, di non pensare alla pro­pria miseria, che era tanta: era uno dei pochi momenti per gioire e divertirsi convivendo con la propria povertà!

Note:

- sciambagghjùni = persone dedite ai divertimenti, alle baldorie, alle gozzoviglie, ai bagordi, alle scel­leratezze (compagnoni, buontemponi).

- stuzzichìnu = qualunque cosa si potesse mettere sotto i denti e che potesse accompagnarsi al vino.

- càlia cotta = fave secche, noccioline americane, semi di zucca gialla abbrustoliti o infor­nati.

- pastìji = castagne secche bianche, senza scorza.

- zzòccula = donna di facili costumi.

- lardu = pancetta di maiale salata.

- bucculàru = guanciale di maiale salato.

- arròbba 'i dinda = interiora del maiale.

- zzirìnguli = salimòri = cicoli.

- parànza = bollito di orecchie, piedi, code e muso di maiale, con dentro abbondante peperoncino calabrese, aglio e finocchio selvatico.

- friscàtuli = paragonabile alla polenta nordista, ma meno solida; poteva essere con i broccoli, con i fagioli, con la carne di maiale.

- vrasciòla di castagni = piccoli pani fatti con la semola di castagne.

- facchini = persone dedite ai trasporti di ogni genere, i cui servigi erano utilissimi in una società priva di mezzi meccanici. Erano persone alquanto industriose, solerti e sti­mate, pur se umili.

- vastasi = è termine dispregiativo per indicare particolari facchini, più rozzi, più violenti, più scostumati.

- acqua russa = vino rosso.

- zzitijàri = dare per fidanzata.

- zzaccàgni = coltelli a serramanico.

- frasca di mirtìja = frasca di mirtillo.

 

 

© 2006 Giuseppe Pagnotta Pizzo (VV) Italy

Tutti i diritti riservati

Per una navigazione ottimale si consiglia una risoluzione video di 1024*768

NOTA: Il 21 settembre 2006 il sito www.pizzocalabro.it ha superato  il traguardo storico di un milione di pagine visitate dai web nautici di tutto il mondo.  Un grande traguardo per un grande paese.  Pochi in Calabria possono vantare un tale risultato.       

 Giuseppe Pagnotta

 

 Link: www.pizzocalabro.it,  www.pizzocalabro.com, www.pizzocalabro.eu, www.pizzo.biz, www.fotovideo.calabria.it www.apparizioni.com www.sanfrancescodipaola.biz,  www.murat.it,   www.rinnovamentocarismatico.org webpizzo.altervista.org,  www.studiopagnotta.it,   www.realcalabria.org, www.animecristiane.com, altri siti amici. 

Fateci sapere che cosa ne pensate del nostro sito Web. I vostri commenti e suggerimenti saranno sempre graditi.