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La numero 1 del 2000
Sentimento.......
Da:
"Marianna&Paola"
<pulimail@credit.tin.it>
A: <qgwpa@tin.it>
Oggetto: ma che bello!..
Data: martedì 27 giugno 2000 18.58
ci terrei farle i miei complimenti per aver aperto una
finestra su questo bellissimo paese, finalmente vedo che c'è voglia e
possibilità di fare, e sono contenta che ci siano persone propositive e
volenterose che come lei vogliono riscattare pizzo, la calabria e il
meridione dal suo fardello di ignoranza e pregiudizi.
sono marianna, ho 21 anni e vivo a genova, ma i miei sono pizzitanissimi
e io sono nata all'ospedale di vibo, e per sei anni della mia vita ho
vissuto a pizzo...poi per il lavoro del mio papà, uno dei tantissimi
diplomati dell'istituto nautico, mi sono spostata e sono cresciuta qua e
là, un po' in portogallo, a trieste, a ravenna per arrivare alla fine in
questa bellissima città.
devo dire che non ho un attaccamento viscerale a nessuno dei luoghi in
cui sono stata, come invece si riscontra, e con un certo fanatismo che
non guasta, tra voi napitini eternamente innamorati del vostro paesello,
e forse un po' vi invidio...io vado in crisi quando mi chiedono:"di dove
sei?": come faccio a dirlo? non lo so neppure io! a genova ci sto bene,
ma non sono genovese. sono calabrese di nascita e non di fatto...
pizzo è stata la mia infanzia, ho tantissimi ricordi di quando ero
bambina...sul ginocchio destro ho una cicatrice che mi è rimasta da
piccolissima, quando me lo sono sbucciato allo spuntone, che allora
aveva ancora quelle piastrelle ruvide azzurre e bianche e le panchine di
gesso con le tesserine di ceramica colorata...se le ricorda?...e che
dire della paura che mi faceva il teschio conservato nella teca di vetro
davanti alla chiesa dei morti? e quanto mi suggestionava quel pesce di
tufo -che all'epoca mi sembrava enorme- nella chiesetta di piedigrotta?
e la pizza al taglio e gli arancini d'estate all'allora Grotta azzurra?
pizzo lo vedo sempre con gli occhi di quando ero bimba: è sempre una
scoperta, e in un certo senso non ho mai avuto piena consapevolezza di
quanto mi appartenga, è un rapporto un po' conflittuale, il nostro, come
due innamorati distanti e "l'amuri 'i lundanu è com'all'acqua 'ndo
panaru", giusto? non ci sono, non lo vedo e non lo penso, ma
rincontrarsi è riscoprire qualcosa di ancestrale, ritrovare le cose che
ho perso.
a pizzo ci sono le persone che hanno qualcosa da dirmi: i miei parenti
sono lì, i miei nonni paterni sono sepolti lì; e tutti hanno storie da
raccontare, loro sono l' ombelico del mio mondo, anche se sono
distanti...
a volte mi fermo e penso a quello che sarà...qualche mese fa è venuto a
mancare uno zio di mia madre, quello che io chiamavo "lo zio mico",
giusta storpiatura di "Micu Licu"...con lui se ne è andato un pezzettino
della mia infanzia, so che non lo troverò quest'estate seduto al
tavolino del bar "tazza d'oro", sempre arzillo e mai sprovvisto di una
storia da raccontare...
temo di perdere pizzo un po' alla volta, senza accorgermene...
e allora penso che essere calabresi, appartenere a questa terra amena e
sventurata è una maledizione, bisogna fuggirla e vivere da esuli
nostalgici per tutto il resto della propria vita, con l'impazienza di
rubare quindici giorni per poter tornare, cercando di non perdersi
nulla, dai gelati al mare, dai pomodori maturi ai fichi zuccherini, dai
bocconcini al tonno al pescespada, e alla fine si ritorna più desolati
di prima.
ricordo ancora quando ormai qualche anno fa, nel momento di salutarci,
mia cugina disse: "sembra sempre che a voi manchi qualcosa..", qui non
parlo esclusivamente di me, parlo per i miei genitori, perché loro più
di me sentono la mancanza del paese dove si sono innamorati, sposati e
dove hanno messo su casa e famiglia, lo scenario in cui erano
protagonisti e al di fuori del quale non sono che semplici comparse.
io mi adatto, ma ogni volta che torno a casa a genova un po' del mio
cuore resta fra i vicoli pieni di gerani che salgono e scendono, fra i
palazzi antichi e sul mare blu, e se a volte dico che non voglio
tornarci non è solo perché il viaggio è lungo, o perché lascio il mio
ragazzo, ma separarsi da una terra così viva, da tanto calore, colori e
profumi, è per me difficile, perché mi riporta alla coscienza il fatto
di non appartenere a nessuna terra, nessuna terra è interamente,
completamente, la mia terra...
pizzo è molto più di un luogo di villeggiatura ma allo stesso tempo è
molto meno del posto che io possa chiamare casa...
poveri pizzitani!
dopo averle rubato questo quanto di tempo e prima di salutarla vorrei
darle un suggerimento: perché non fare in modo che "La Vetta" e "I
Pizzitani" creino una mailing list in modo da inviare una copia
telematica a quanti ne fanno richiesta? E invece di scannerizzare le
pagine del giornale, non si potrebbero mettere in rete gli articoli in
html? le immagini infatti sono più lente da scaricare e non sono
chiarissime: mia madre che è presbite non vede quasi nulla!
anche istituire una sorta di bacheca vera e propria dove lasciare i
propri messaggi secondo me può essere fattibile e una valida idea, che
ne pensa?
la saluto e mi auguro che questo progetto possa andare avanti
saluti a tutti i pizzitani!
Marianna
e-mail:
pulimail@credit.tin.it
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