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SETTEMBRE 2002 victor
Da: "victor" <stormmva@yahoo.ca> A: "pagnotta giuseppe" <qgwpa@tin.it> Oggetto: Fwd: photo panorama di pizzo. Data: sabato 28 settembre 2002 5.03
victor wrote:Date: Wed, 19 Jun 2002 21:59:20 -0400 (EDT) From: victor Subject: photo panorama di pizzo. To: pagnotta giuseppe
mister pagnotta.
molto tempo a dietro,L`avevo pregato se era possibbile inviarmi di nuovo la photo panoramica di pizzo,dato che ho avuto un virus nel mio sistema,e mi ha distrutto quanto avevo dentro.
ringraziandola anticipatamente ancora una volta,La saluto cordialmente.
victor stormmva@yahoo.ca
--------------------------------- Post your ad for free now! Yahoo! Canada Personals ******************************************************************************************* Giuseppe Pagnotta-------- > Da: Giuseppe Pagnotta <qgwpa@tin.it> > A: Renato Cimino <rencim@tin.it> > Oggetto: Articolo su Murat. > Data: domenica 22 settembre 2002 19.39 > > Clear Day Provo a rinviare l'articolo oltre che come allegato anche per > esteso, sperando che vada bene, altrimenti mi faccia sapere. > Dott. Giuseppe Pagnotta. > > > Validità Risorgimentale del messaggio murattiano > di Loris Grifi > L’impresa murattiana, che sfavorevolmente si concluse nella battaglia di > Tolentino, va considerata come un rigurgito del mondo napoleonico o non > piuttosto come il primo grande evento del Rjsorgimento italiano? E’ questa > una domanda ricorrente. - > - La lettura dei Proclama di Rimini, in cui vengono chiaramente enunciati i > princjpi di libertà e unità, idee matrici dell’epopea risorgimentale, ed > il fatto che alla Rancia accanto all’esercito napoletano fossero schierati > volontari di altre regioni di Italia, farebbero propendere per la seconda > ipotesi. In merito, però, sorge spontaneo un duplice ordine di riserve. Il > primo si riferisce alla persona da cui partì l’iniziativa: uno straniero; > ed il secondo, alla particolare situazione politica in cui questi si era > cacciate tra l’ostilità di Napoleone e quella degli alleati: «a Dio > spiacente ed ai nimici sui » direbbe Dante. > Che Gioacchino Murat fosse straniero è fuori dubbio, se si voglia > considerare tale termine nella sua normale accezione - lessicale; ma per > quanto ci interessa, sarebbe opportuno stabilire se egli credesse o meno nel > riscatto del popolo italiano ed, in caso positivo, se questo problema > rappresentasse il movente della sua impresa militare,. Napoleone ha > risposto negativamente, come risulta anche dalle parole della lettera > diretta alla sorella Carolina: « Vostro marito è molto valoroso sul campo > di battaglia, ma è più debole di una donna o di un frate quando non vede il > nemico, non ha nessun coraggio morale ». La risposta del Carducci è invece > positiva: « L’impresa di Gioacchino Murat era passata come una meteora, ma > i giovani ci avevano fissato gli occhi, Alessandro Manzoni lasciando in > disparte gli Inni Sacri e Pellegrino Rossi lasciando dietro la cattedra di > Bologna; e a lungo se ne ricordano i bagliori nel regno per le Marche e la > Romagna». - Forse il senso poetico, più acuto di quello Politico può aver > toccato la verità. Se Murat, infatti, avesse agito soltanto per necessità > di sopravvivenza o per puro calcolo politico, avrebbe per la seconda volta > potuto passare dalla parte dei monarchi alleati e, quindi sedere al > Congresso di Vienna, allorché, lanciato il Proclama e cacciati gli austriaci > da Modena, ed occupata Firenze, si vide correre incontro un plenipotenziario > della parte avversa con l’assicurazione della conservazione del trono, se si > fosse unito alla lega europea. E’ nota la sua risposta: « E’ troppo tardi: l > ’Italia vuoi essere libera e lo sarà ». Peraltro il moto insurrezionale > contro l’assolutismo, che provocò il primo esperimento dell’ottocento di > regime parlamentare in Italia, seppur messo a dura prova da separatismo > siciliano e tradito dalla malafede di Ferdinando I di Borbone, scoppiò nel > napoletano nelle file di quell’esercito nel quale il Murat aveva non solo > lasciato il ricordo di uomo coraggioso, generoso e leale, ma anche i > fermenti di lotta per la libertà. E furono proprio due ufficiali di > cavalleria, l’arma in cui il Murat stesso aveva brillato, ad innalzare il > vessillo della Carboneria. La stessa fine di questo re sfortunato può > fornire inoltre qualche indicazione circa la sua convinzione nella > possibilità di riscatto del popolo italiano. Dopo Waterloo, salpato da > Tolone, con l’intenzione, di riunirsi alla moglie ed ai figli ospiti dell’ > Austria e di adottare il nome di conte di Limona (anagramma di Napoli), mutò > rotta e sbarcò, quasi solo, a Bastia. Lì, ospite, di un suo antico > generale, fu assalito dalla cocente nostalgia del regno perduto e, forse, > dell’unificazione. Fidando sull’appoggio del partito antiborbonico, decise, > senza indugio, quel colpo di mano che lo portò alla cattura ed alla > fucilazione, affrontata con il magnifico coraggio che, ad Abukir, gli valse > il grado di generale. Rifiutò la benda esclamando: « Troppo spesso ho > sfidato la morte per temerla ». Il suo corpo, gettato nella fossa comune, > è restato stretto alla terra dalla quale partì la sua grande impresa, > confuso con le ceneri della gente in cui aveva creduto. Non sembra quindi > essere stata quella di Murat l’azione di uno straniero in terra di conquista > o la mera risultante di una particolare situazione politica. > Resta comunque inoppugnabile il fatto ‘che” il suo ‘Proclama non riuscì a > scuotere e ad entusiasmare il popolo italiano. Forse perché il popolo era, > proprio lui, «straniero » alle idealità di una patria libera e unita. > Quanto afferma il Carducci è vero:La voce del Re di Napoli fu avvertita > dagli spiriti più aperti al nuovo corso della storia d’Italia, ma non > certo dalla massa popolare. L’alba del riscatto non aveva ancora diradato > le tenebre del servaggio. Del resto anche Giacomo Leopardi si oppose al > messaggio murattiano con l’ <<Orazione agli Italiani>>, per la liberazione > del Piceno reputando folle il tentativo di sollevare l’Italia e di strappare > dei sovrani affettuosi ed amabili alla fedeltà dei loro sudditi. Lo stesso > Leopardi, che qualche anno dopo, si sentiva ardere da quello amor di Patria > stupendamente espresso nei canti patriottici e che, nello scorcio della sua > vita, trascorse in terra napoletana, dolorosamente cantava nei « > Paralipomeni » la sconfitta. di Tolentino. > Gli Italiani, come sempre avviene nella storia allorché si avverte il senso > del proprio destino dopo un lungo smarrimento, non avevano ancora chiara la > linea della loro funzione morale e civile nel consesso dei popoli, quale > espresse il Gioberti > Nel suo “Primato”. Non avevano raggiunto la certezza di essere unità vivente > in seno alla umanità con il possesso delle energie atte ad affermare le > proprie ragioni di vita. Solo dopo maturata una coscienza in proposito, > attraverso il duro calvario che accompagna ogni ascesa e che vede una delle > sue prime tappe nei moti maceratesi, risulterà ineccepibile la risposta del > Mazzini al Lamennais che lo esortava a tergiversare, a non impegnarsi in > azioni dirette, in attesa di favorevoli eventi che potessero sorgere e > venire dall’esterno: <<La rigenerazione dell’Italia non, può compiersi per > fatti altrui>>. E come può esistere dignità d’uomini o popoli dove la > libertà porta sulla fronte il segno. del beneficio altrui?. > >****************************************************************************************** RENATO CIMINODa: "Renato Cimino" <rencim@tin.it> A: "Giuseppe Pagnotta" <qgwpa@tin.it> Oggetto: R: Storia di Gioacchino Murat Data: sabato 21 settembre 2002 10.27
Egregio Dottor Pagnotta, Le sono assai grato della Sua cortese risposta. Ma purtroppo non riesco a scaricare l'articolo sul mio Computer di cui sono un assai modesto utente. Le sarei riconoscente se potesse inviarlo via Fax al mio numero di Tele Fax 081 5569465 . Distinti saluti Renato Cimino
Primario Ematologo Emerito ---------- > Da: Giuseppe Pagnotta <qgwpa@tin.it> > A: Renato Cimino <rencim@tin.it> > Oggetto: Re: Storia di Gioacchino Murat > Data: sabato 21 settembre 2002 1.16 > > Egregio Dottore le mando in allegato un articolo pubblicato a Pizzo nel 1983 > in occasione del Convegno sulle Giornate Murattiane a nome di Loris Griffi, > sperando in tal modo di esserle stato utile. > Dottor Giuseppe Pagnotta > ----- Original Message ----- > From: "Renato Cimino" <rencim@tin.it> > To: <pagnotta@galactica.it> > Sent: Sunday, September 15, 2002 4:11 PM > Subject: Storia di Gioacchino Murat > > > > Devo scrivere un articolo su una Rivista divulgativa su Gioacchino Murat. > > Chiedo alla sua cortesia se fosse possibile,al di là delle codificate > > vicende storiche ,avere un profilo storico reale della figura di questo > > valoroso condottiero che ebbe ,a mio avviso,un suo ruolo nel riscatto del > > Sud e che ,come purtroppo è già accaduto per altri personaggi,le genti del > > Sud hanno considerato un re "da burletta". > > Nel mio articolo naturalmente citerei la fonte e sarò ben lieto di > mandarle > > una copia della Rivista in questione che è "Obiettivo vita" edita dalla > > Lega dei Tumori di Napoli. > > Distinti saluti > > > > Renato Cimino > > Primario Ematologo Emerito > > rencim@tin.it > > 081 5564547 > ******************************************************************************************* RENATO CIMINO
Da: "Renato Cimino" <rencim@tin.it> A: <pagnotta@galactica.it> Oggetto: Storia di Gioacchino Murat Data: domenica 15 settembre 2002 15.00
Devo scrivere un articolo su una Rivista divulgativa su Gioacchino Murat. Chiedo alla sua cortesia se fosse possibile,al di là delle codificate vicende storiche ,avere un profilo storico reale della figura di questo valoroso condottiero che ebbe ,a mio avviso,un suo ruolo nel riscatto del Sud e che ,come purtroppo è già accaduto per altri personaggi,le genti del Sud hanno considerato un re "da burletta". Nel mio articolo naturalmente citerei la fonte e sarò ben lieto di mandarle una copia della Rivista in questione che è "Obiettivo vita" edita dalla Lega dei Tumori di Napoli. Distinti saluti
Renato Cimino Primario Ematologo Emerito rencim@tin.it 081 5564547
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