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Zuppone Strani Giuseppe
Pizzo, 10 Luglio 1858 - Roma, 23 Aprile
1940
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Nacque a Pizzo da Nicolò
Zuppone e da Rosa Strani; fu letterato, giornalista e poeta apprezzato dai
maggiori critici Italiani del tempo. Ebbe i primi insegnamenti umanistici, oltre
che a scuola, anche dal padre che era un tipico autodidatta di valore e dallo
zio prete, Don Antonio Strani, arciprete di Briatico, di buona tempra
umanistica.
Dalle scuole classiche, presto passò con giovanile ardore, nei circoli
cuIturall di Catanzaro, dove faceva le prime prove letterarie nella “Giovane
Calabria” del gruppo di giovani professionisti intellettuali e democratici,
come allora s'indicavano gli studiosi di problemi sociali. E dall'82 incominciò
a scrivere inni, poesie, saggi e traduzioni.
Nel 90-93 era già a Messina, nel gruppo più combattivo degli scrittori e
giornalisti, per cui usciva, si può dire, dall'involucro provinciale. Vince il
concorso per l'inno inaugurale dell'esposizione internazionale di Palermo del 92
e viene incaricato il grande Pietro Mascagni a musicare i versi premiati. Inizia
con “Ricordo” le pubblicazioni di poesie e durante questo periodo (1893)
strinse amicizia duratura con Giovanni Pascoli, Giacomo Venezian, Tommaso
Cannizzaro, Giovanni Verga, G. Sergi, Cesareo e con altri illustri scrittori e
giornalisti di fama. La Messina e la Sicilia di quei tempi erano centri d'arte e
di atleti dell'arte; e Zuppone Strani non avrebbe avuto bisogno di cercare
impegno nell'amministrazione statale, se il terremoto del 1908 non gli avesse
tutto annientato; ambiente, casa, libri. Entrò nei telgrafi dello Stato, per
vivere. La sua carriera fu sicura, dato l'ingegno e consegni il diploma della
scuola telegrafica superiore, raggiunse il grado di ispettore delle Poste e fu
già direttore generale delle poste di Milano.
Fra le sue pubblicazioni più importanti ricordiamo: “Luigi Camoens” (1895),
“Sotto il cielo d'Ausonia” du J. Lippert Von Granberd : Firenze, Barbera
(1899). (Ne fu entusiasta Giovanni Pascoli, che dedicò e mandò autografa allo
Zuppone-Strani un'ode). “Domino Azzurro”: MIlano Sonzogno, 1906.
Libretto d'Opera in un atto, musica di Franco da Venezia, una delle tre opere
vincitrici del grande “Concorso Sonzogno” date al Lirico di Milano,
“Ondina”: Napoli, ed. Giannini, 1917. Libretto d'Opera in un atto vincitore
del concorso S. Carlo, musica del maestro Bucceri; data al San Carlo nella
stagione del 1918; “Il poema della Sua Morte” (1911) in collaborazione con
A. Graf; tratta della morte della moglie Giuseppina Vinci. E fra tutte spicca
“Finestra sui Tetti”, ROMA ed. Gran Mondo (1938), recensito da G. Morabito.
Fu esperto di culture d'oltre Alpi e finissimo conoscitore di molte lingue fra
le quali il tedesco.
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