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Malta Giuseppe
Pizzo, 6 febbraio 1883 - Bonga (Eritrea), 30 maggio
1937
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Valente figura di soldato, si
arruolò giovanissimo intraprendendo la carriera militare con passione e
spiccato senso del dovere, pervenendo, per meriti di guerra, al grado di
generale di brigata e guadagnandosi sul campo: medaglia d'argento al valore, il
titolo di grande ufficiale dell'Ordine Coloniale della Stella d'Italia, il
riconoscimento di Capo e Gran Maestro dell'Ordine Militare dei Savoia, e la
Croce al merito di guerra. Iniziò nella guerra d'Eritrea col grado di sergente
ma per il valore dimostrato fu promosso sul campo sottotenente: spalline che gli
permisero di entrare nella scuola militare, una volta rientrato in Italia.
Ritornato in Libia con grado di tenente, si distinse per valore e senso tattico,
nella battaglia delle Due Palme e di Sciara Sciat. Partecipando alla I Guerra
Mondiale, fortificò lo spirito guerriero che lo personalizzava mettendosi in
evidenza in numerosi e cruenti scontri e in special modo a Clausette (Udine) e
Tramonti nei giorni 5-6-7 Novembre 1917, salvando l'avanguardia dallo sfacelo e
tenendola saldamente al posto di combattimento nonostante avesse perso il
capitano. Fu proprio per quell'occasione che il 28 settembre 1919 fu insignito
di medaglia d'argento al valore. Ritornato in Libia col grado di maggiore ebbe
modo di mettersi in luce a Gebel (1932), azione che gli valse il riconoscimento
reale succitato. Entrò nello Stato Maggiore del Colonnello Graziani, che lo
tenne sempre in stima ed amicizia, col grado di colonnello.
Nel 1936 compi un'azione di guerra che lo rese, anche se per breve tempo, famoso
in tutta la nazione e nel mondo e gli valse le congratulazioni del Gran
Consiglio fascista e dello stesso Mussolini.
Il colonnello Malta, seguendo un ardito piano, con una marcia forzata e senza
sosta, riuscì, con le proprie truppe, a portarsi a ridosso delle bande del
prode Ras Immerù, ad accerchiare l'esercito ribelle e catturare lo stesso Ras
sul cui capo pendeva una taglia di 20.000 talleri.
La Colonna malta divenne famosa e temuta. Promosso generale di Brigata, mori
avvelenato a solo 57 anni in circostanze misteriose e mai chiarite. Di lui si
conserva un bel quadro ad olio nel comune di Pizzo mentre gli è stato dedicato
anche un molo del vicino porto di Vibo Valentia Marina.
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