ANILE ANTONIO

 

Pizzo, 20 Novembre 1869 - Raiano d'Aquila, 26 sett. 1943

 

Nacque a Pizzo dà Leoluca e Amalia Tozzi, in una casa sita in via Posca; successivamente la famiglia traslocò in Corso Garibaldi. Poeta, scrittore e scienziato di fama internazionale, senza dubbio uno dei più grandi figli della terra Calabra, fu anche uomo politico di spicco e ministro della pubblica istruzione per il Partito Popolare Italiano. Dopo compiuti gli studi a Monteleone (oggi Vibo V.) si trasferì a Napoli, ove nel 1894 si laureò in Medicina e dove prese la docenza in anatomia nel 1903; in seguito, vinse la cattedra di anatomia artistica dell'Accademia napoletana di belle arti, più tardi passò a Roma. La sua opera di docente e di scienziato è documentata, oltre che da due trattati di anatomia umana - il primo di topografia (Torino 1915), il secondo di sistematica (Napoli 1919) - anche di ricerche sulle ghiandole duodenali, sui gangli nervosi e sulle localizzazioni cerebrali (Bologna 1925). Ebbe anche interessi di storia della scienza, prendendo in esame l'anatomia nella storia dell'arte (Napoli 1912), trattando in vari articoli dei contributi all'anatomia di Leonardo da Vinci e mettendo in luce l'opera scientifica di F. Cesì. Da alcuni di questi ultimi saggi emergono già le sue peculiari qualità di intelligente divulgatore; la solida preparazione, la finezza e la facilità d'esposizione, che all'Anile derivano anche dalla sua notevole preparazione umanistica, lo mettono subito in luce. Sviluppando l'identità scientifica di Anile (ricordiamo che fu collaboratore prezioso negli studi anatomici, del celebre Giovanni Antonelli) corre l'obbligo menzionare i suoi massimi scritti: “A proposito di un rene a ferro di cavallo” Napoli, libreria Detken a Rocholì, 1899; “Osservazioni e interpretazioni anatomiche”, Napoli (1900); “Il naturalismo moderno di S. Tommasi”, Bari, Laterza; “La salute del pensiero Bari (1920), Laterza; “Contributo alla conoscenza del villo intestinale”, Napoli (1914); “Elementi di Anatomia umana topografica, Torino, UTET (vol. in 80); “Trattato di Anatomia sistematica dell'Uomo, Napoli, Casa Ed. EIpis;' ‘NeDa scienza e nella vita”, Bologna (1924), Zanichelli; “Le meraviglie del mondo vivente”, 2 voli., Milano (1923), Mondadori; “Questo è l'Uomo”, Firenze (1944), Vallecchi. Un posto importante occupano nella nostra letteratura gli impegni poetici dell'Anile, mai trascurati e sempre sublimi per spirito, contenuto e profonda conosciutissima tecnica. Potremmo citare le seguenti pubblicazioni tenendo presente che “la sua lirica ha una voce lieve e tenue; rifugge da ogni tendenza declamatoria”, non la si può collocare in nessuna corrente del primo Novecento dato il suo profilo di indubbia indipendenza: “Primum mane”, Napoli (1889), A. Tocco; “Intermezzo di sonetti”, Firenze (1893); “Primi Tumulti”, Napoli (1902); “Sonetti dell'anima”, Napoli (1903), Pierro; “La croce e k Rose”, Napoli, (1909); “Sonetti religiosi”, Bologna (1921), Zanichelli; “Nuovi sonetti Religiosi”, Milano (1931), l'eroica; “Bellezza e verità delle cose”, Vallecchi (1935), ritenuto giustamente il capolavoro di Anile, è stato tradotto in diverse lingue ed è arrivato alla XX ed.; “Le ore sacre”, Firenze (1936), Vallecchi; “L'Ombra della Montagna” Roma (1939), Ed O. Nazionale per il Mezzogiorno. La fama, l'intelletto e la straordinaria versatilità, gli aprirono le porte della politica, mondo in cui Anile non seppe mai penetrare nei meandri insidiosi degli intrighi e dei compromessi, dato l'animo puro e schietto di sano poeta cui era dotato. Aderì al Partito Popolare Italiano, fondato da Don Sturzo, e fu eletto alla Camera dei deputati nelle seguenti Legislature: XXV Legislatura (I. feb. 1919-7 IV. 1921), per il collegio di Catanzaro; XXVI Legislatura (11. 6. 1921-25. I. 1929). per il collegio unico calabrese. Nel governo Bonomi, fu eletto sottosegretario alla pubblica istruzione (5 luglio 1921-26 feb. 1922) e nel successivo gabinetto Facta, Ministro della Pubblica Istruzione (26 feb. 1922 - I agosto 1922). Il 23 maggio 1922, presentò il progetto di legge per l'istituzione dell'esame di stato per tutte le scuole superiori che venne approvato dalla Commissione Parlamentare, ma la discussione in aula, prevista il 15 luglio dello stesso anno, fu rinviata a causa della subentrata crisi ministeriale. Il progetto fu poi ripreso da Gentile e la legge passò impropriamente sotto il nome del predetto ministro anziché come “legge Anile”. Riconfermato Ministro della Pubblica Istruzione nel secondo Gabinetto Facta, rimase in carica solo fino all'ottobre del 1922. Dopo il 1925 cominciò piano piano ad appartarsi dalla vita politica sino a ritirarsi del tutto verso il 1930, volendo manifestare così la sua avversione al regime fascista. Anche nel campo scolastico lasciò opere di largo interesse culturale come: “Lo stato e la scuola”, Firenze (1921), Vallecchi; “Per la cultura e per la scuola”, Bari (1922), La terza; “Riforma scolastica e libertà d'insegnamento” ed. Elpis, Napoli (1920); La Calabria ha dedicato molte attenzioni al figlio illustre dedicandogli vie ed intitolandogli scuole come nelle città di Catanzaro, Crotone, Reggio, ecc. Sposò Maria Pekle, che gli fu fedele compagna per tutta la vita.