Profilo
storico di San Francesco di Paola
Santo d’ Europa
fonte: 5- 2006 Comitato Nazionale V Centenario della morte di San Francesco di Paola.
Nella
Bolla di canonizzazione (1-05-1519) il papa Leone X indica San Francesco
di Paola come l’uomo inviato dalla Provvidenza per far luce fra
le tenebre che avvolgevano il suo tempo. Espressione tipica della curia
romana dell’epoca per dire quanto fosse ritenuta importante l’azione
svolta da S. Francesco di Paola nel suo tempo.
La vita del Santo si svolge tra il secolo XV e l’inizio del XVI
secolo (1416-1507).
Osservandola nel suo complesso,a distanza di tanti anni, essa appare segnata
dalle condizioni storiche del tempo: le condizioni sociali ed economiche
della Calabria, parte del Regno di Napoli; gli sforzi della Riforma cattolica
pretridentina; l’attesa di fine secolo, la cui paura vedeva nella
minaccia dei Turchi il segno del castigo imminente da parte di Dio.
Francesco di Paola, fu, per scelta di vita, un eremita, che seppe entrare
nel vivo di questi problemi, assumerli, portare il suo contributo alla
soluzione di essi. Molto giustamente egli è stato definito dai
Vescovi italiani: il penitente Francesco di Paola, santo della carità
sociale.
Francesco
Martolilla ( questo il cognome del Santo) nasce a Paola il 27 marzo 1416
da Giacomo Martolilla e Vienna da Fuscaldo, una coppia di contadini, piccoli
proprietari di terreni.
Adolescente, Francesco si reca a S. Marco Argentano, nel convento dei
frati conventuali per adempiere ad un voto fatto dai genitori e vi trascorre
un anno, decisivo per la scelta futura della sua vita.
Dopo un anno, all’età di circa 16 anni, adempiuto il voto,
lascia il convento di S. Marco Argentano, si reca in pellegrinaggio ad
Assisi, visita eremitaggi e santuari, si ferma a Roma per visitare i luoghi
santi.
Ritornato a Paola, si ritira in un podere di suo padre per condurvi vita
eremitica, segnata da uno stile di vita fatto di preghiera, lavoro manuale,
rigorosa astinenza quaresimale e digiuni.
In breve tempo al romitorio accorre, numerosa, la gente di Paola e dei
dintorni; di tutti Francesco diviene il consigliere, la guida morale,
interpretando i loro bisogni, fustigando i cattivi costumi e le ingiuste
sopraffazioni.
Tra
i devoti e i curiosi emergono i primi seguaci che trovano nel suo modello
di vita un ideale da imitare e chiedono di mettersi alla sua sequela.
Ha inizio, così, la fase cenobitica della sua vita . Francesco
trasmette ai suoi seguaci il suo stesso stile di vita, soprattutto la
rigorosa ascesi quaresimale, per cui quanti volevano seguirlo si impegnavano
a non mangiare carne e derivati ( latte, uova, formaggio) per tutta la
vita..
Nel 1452 Pirro Caracciolo, arcivescovo di Cosenza, con il Diploma Decet
nos, autorizza Francesco a costruire una piccola chiesa, primo
passo verso
il riconoscimento giuridico della nascente congregazione eremitica che,
attraverso altre fasi, nel 1501 si chiamerà definitivamente Ordine
dei Minimi di fra’ Francesco di Paola.
La fama della santità di Francesco si diffonde in tutto il regno
di Napoli e il Santo viene invitato a fondare nuovi conventi. Nascono
così,tra il 1470 e il 1483, i conventi di Paterno calabro, Spezzano
della Sila, Corigliano, Maida. Francesco diventa un profeta itinerante
di penitenza per tutto il Regno di Napoli. La gente più semplice
proietta in lui i suoi bisogni di liberazione sociale e Francesco adempie
bene questa missione, fustigando i costumi e invocando presso il re ed
i baroni del tempo giustizia per i più derelitti.
Dopo
la Calabria anche in Sicilia si costruiscono nuove chiese, a partire da
quella di Milazzo, ove Francesco giunge attraversando miracolosamente
lo stretto di Messina sul mantello insieme a due suoi seguaci.
Mentre è in Sicilia, Luigi XI, il potente re di Francia, si ammala
gravemente. Informato da un mercante napoletano di questo eremita del
regno di Napoli che compie molti miracoli di guarigione, il re scrive
al papa Sisto IV e al re di Napoli Ferrante d’Aragona per avere
Francesco a corte. Il re e il papa, intravedendo vantaggi politici nella
presenza di Francesco presso la corte di Francia, si adoperano perché
Francesco si rechi da Luigi XI.
Il Santo, per obbedire al comando del Papa, ai primi di febbraio del 1483,
lascia la Calabria alla volta della Francia.
Compie il viaggio a piedi fino a Napoli, ove il re lo accoglie a Porta
Capuana con grandi onori. Prima di partire, gli affida alcune questioni
politiche da sottoporre al re di Francia che minacciava azioni di forza
contro di lui. Da Napoli a Roma compie il viaggio in nave.
A Roma viene ricevuto dal papa Sisto IV e dalla corte pontificia con onori e rispetto. Il Papa, preoccupato anche lui della crescente influenza francese nella politica europea ed in quella italiana in particolare, gli affida il compito di perorare la causa della Santa Sede presso il re di Francia circa diverse questioni politiche. Francesco, impegnato nel dare una Regola ai suoi frati, premessa del riconoscimento da parte della Santa Sede, sottopone al papa la questione dell’approvazione della Regola del suo Ordine con il suo progetto di vita evangelica , che apparirà nuovo ed originale nella Chiesa del tempo.Nel marzo del 1483 Francesco, accompagnato da una delegazione di nobili francesi e napoletani, sbarca a Frejus, trovata deserta per l’imperversare della peste che viene allontanata per un suo prodigioso intervento, permettendo il ritorno degli abitanti nella città.
A piedi la comitiva si dirige verso il castello di Plessis Les Tours,
dimora del re malato.
Ha inizio così per Francesco di Paola il periodo francese, che
durerà per 24 anni sino alla sua morte ( 2 aprile 1507) .
Tra Luigi XI e Francesco avvengono numerosi incontri e colloqui durante
i quali il Santo predispone il re ad accettare la morte con cristiana
rassegnazione e gli promette di rimanere in Francia fino a quando il delfino
Carlo avrà raggiunto la maggiore età. Durante la sua permanenza
in Francia S. Francesco è ispiratore dell’ Assemblea di Tours
per la Riforma della Chiesa francese (1493), il cui testo definitivo è
opera di Jean Standonck, grande estimatore del paolano. Nel frattempo
redige per i suoi frati la Regola, che verrà approvata definitivamente
nel 1506 da parte del papa Giulio II.
Inoltre, redige le regole per il Secondo Ordine ( monache di clausura)
e per il Terzo Ordine (laici), che, insieme, con il Primo Ordine, che
è quello dei frati, costituiscono i tre rami dell’ Ordine
dei Minimi.
Dopo
la morte di Luigi XI, S. Francesco viene sollecitato a rimanere a corte,
diventando consigliere, prima di Carlo VIII e poi di Luigi XII, ma egli
rimane fedele alla sua scelta di vita eremitica.
Il cronista di corte Filippo De Commynes annota scrupolosamente che il
papa e i cardinali si intrattenevano a lungo a colloquio con lui, e che
lo stesso Carlo VIII discorreva con Francesco dinanzi ai notabili della
corte ed agli ambasciatori stranieri, benché non fosse un politico.
Il cronista scrive: “ Sembrava che egli fosse ispirato da Dio sulle
cose che diceva e manifestava, altrimenti non poteva parlare delle cose
di cui parlava”.
La presenza dell’ eremita paolano alla corte di Francia, quindi,
influenzò le scelte dei sovrani in un’epoca in cui sorgevano
gli Stati nazionali, ponendo le radici cristiane a fondamento della nascita
dell’ Europa. Pertanto, S. Francesco di Paola può essere
considerato un uomo europeo “ ante litteram”, nel senso che,
sbarcando in Francia, si interessò dei problemi politici del tempo,
tesi al mantenimento della pace in Europa.
Infatti,
si interessò di numerose questioni politiche come per esempio :
la restituzione al Re di Spagna delle Contee di Roussillon e di Cerdagna
da parte di Carlo VIII con il trattato di Narbona; la pace con il Ducato
di Bretagna, suggerendo il matrimonio del re Carlo VIII con la duchessa
di Bretagna Anna. In occasione della discesa di Carlo VIII in Italia (
1494-1495) l’Eremita si astenne dall’incoraggiarla, malgrado
le pressioni degli esuli napoletani. Determinante fu il suo consiglio
per non fare attuare la seconda discesa del re francese.
Per il Papa numerose sono le questioni trattate dal Santo calabrese: tratta
per l’abolizione della Prammatica Sanzione adottata nel 1438 dall’assemblea
del clero riunita a Bourges; facilita la restituzione alla Santa Sede
del contado di Valentinois.
Alessandro VI gli affida la missione di dissuadere Carlo VIII a muovere
guerra alla Spagna e di riconciliarsi con Ferdinando V d’ Aragona,
cosa che avviene con il trattato di Alcalà de Hènarès
il 24 novembre 1497 .
Il
28 marzo 1507, domenica delle palme, Francesco si ammala di una febbre
insistente che si va aggravando durante la settimana santa, da non impedirgli,
però, di recarsi da solo in chiesa il giovedì, per ascoltare
la Messa in Coena Domini e ricevere la comunione tra le lacrime.
Poi, dopo avere designato come suo successore nel governo dell’Ordine,
che intanto si era ampiamente diffuso in Francia, in Italia, in Spagna,
in Germania e in Boemia, padre Bernardino Otranto da Cropalati, si fa
leggere la Passione del Signore secondo Giovanni, si asperge più
volte con l’acqua benedetta, guardando ripetutamente verso il crocifisso
e muore circa alle 10 del mattino del 2 aprile 1507, alla veneranda età
di 91 anni.
Il suo corpo fu sepolto e venerato a Tours nella chiesa conventuale fino
al 1562 allorquando gli Ugonotti nel corso delle guerre di religione,
per recare oltraggio all’Ordine dei Minimi, impegnati nella difesa
dell’ortodossia cattolica, ne disseppellirono il corpo, trovato
ancora intatto, e lo diedero alle fiamme. Si salvarono solo poche ossa
conservate in parte a Paola,ove furono portate nel 1935, e in parte nella
Chiesa parrocchiale di Nôtre Dame di La Riche.
Il
27 marzo 1943 il papa Pio XII proclama S. Francesco patrono della gente
di mare;
il 2 giugno 1962 Giovanni XXIII lo proclama patrono della Calabria.
Sono numerosi i comuni che riconoscono in S. Francesco il loro patrono.
Molto frequentate le feste che si svolgono in suo onore in molti comuni
sia in Italia che all’estero.
In particolare a Paola il 2-3-4 maggio di ogni anno si svolgono solenni
festeggiamenti in onore del Santo con la partecipazione di migliaia di
fedeli provenienti dalla Calabria e di molti emigranti che per l’occasione
rientrano dall’ estero.