LE CHIESE RUPESTRI LUCANE

 

 

Notizie storiche su alcune Chiese Rupestri ubicate nei Sassi di Matera

 

Madonna dell'Idris e San Giovanni in Monterrone

A dominare la piazza San Pietro Caveoso, si erge uno sperone roccioso che racchiude al suo interno due chiese rupestri: Santa Maria De Idris e San Giovanni in Monterrone. Un avancorpo costruito con un piccolo campanile ci introduce nella chiesa di Santa Maria de Idris. A causa dei continui rimaneggiamenti, nulla è rimasto della struttura originaria, e gli affreschi, che si presentavano in pessimo stato di conservazione a causa dell'umidità, sono stati integralmente asportati dalla Soprintendenza per i beni Culturali ed ambientali della Basilicata.

La chiesa di San Giovanni in Monterrone presenta comunque interessanti affreschi. Segnaliamo , subito a sinistra, nel corridoio, un Cristo benedicente alla latina, quindi un bell'affresco di un Santo monaco con il saio, quindi San Nicola.
Facciamo quindi ingresso in un'aula più ampia, dove troviamo frammenti di un Sant'Andrea, e di una Madonna in trono con bambino, entrambi duecenteschi. Alla seconda metà del 1100 si fanno risalire due affreschi presenti sempre sulla parete di sinistra, entro due nicchie, un San Pietro ed un San Giacomo. Una vasca battesimale scolpita in un pezzo unico di roccia è inoltre presente nell'ambiente

 

 

S.Lucia alle Malve

Alle spalle della rupe dell'Idris si trova il complesso di Santa Lucia alle Malve. Scavato sul ciglio della gravina, risale  all'ottavo secolo, quando ospitava una comunità benedettina, trasferitosi successivamente  nel monastero di Santa Lucia alla Civita e quindi nel monastero di Santa Lucia al Piano, nell'attuale Piazza Vittorio Veneto.
Fra le benedettine che presero parte alla millenaria comunità monastica, vi è anche Santa Eugenia che morì nel 1093. La chiesa è composta da tre navate molto ampie e dalla volta pianeggiante ritmata da cinque piccole cupole. La navata destra presenta i resti di quattro nicchie ed è divisa dalla navata centrale  da tre archi. L'originaria iconostasi non esiste più, ma questa fu segata in blocchi di tufo e parte di questi furono usati per costruire la focaia presente nella navata di sinistra in cui è presente un blocco di tufo con una parte di un affresco trecentesco che raffigura Sant'Agata. Il piano di calpestio risulta notevolmente più basso rispetto all'origine, e si suppone che in principio questo non fosse pianeggiante, ma in salita verso l'altare. Due pilastri dividono la navata centrale da quella di sinistra, che presenta otto nicchie con colonne e capitelli. A dividere l'aula dal presbiterio vi è un grande arco, e non vi è alcuna divisione con il santuario posto all'interno che invece originariamente era diviso da sei archetti che insistevano su colonnine. Le tracce di questa struttura sono ancora visibili sulla volta. Nelle nicchie che adornano la parete di sinistra, sono presenti pregevoli affreschi di mano ignota. Il primo che incontriamo raffigura una madonna in trono allattante ed è databile al 1100, così come gli altri affreschi.
Quindi il bellissimo Arcangelo Michele, posto frontalmente con ai suoi piedi un dragone attorcigliato. L'arcangelo indossa l'abbigliamento imperiale bizantino e regge con la mano destra il labaro e con la sinistra un sigillo entro cui è inscritta una croce greca.
Su uno dei pilastri che separano la navata centrale dalla sinistra compaiono un San Donato, raffigurato frontalmente con un pastorale che termina a forma di testa di animale, e con un abito dalle caratteristiche bizantine. Poco più in alto, un santo ignoto. A testimonianza dell'origine benedettina del complesso, a sinistra dell'attuale ingresso è presente San Benedetto ricoperto da una tunica. Al suo fianco, un pregevole San Giovanni Battista, di ottima fattura. Il Santo è raffigurato con un aspetto severo, ed è coperto da un mantello di pelli di cammello, con un cartiglio con un brano del Vangelo di Giovanni.
Nella navata di destra, grazie ai lavori di restauro è stato riportato alla luce un affresco che raffigura l'Incoronazione della Vergine. La Vergine ed il Cristo sono posti su due troni ad altezze diverse ed il Cristo che pone la corona sul capo della Vergine potrebbe significare il passaggio dalla iconografia bizantina a quella più tipica del Duecento, che vede aumentare di importanza il culto della Madonna. Ai lati vi sono quattro affreschi di Santi: a destra San Giovanni Battista e San Pietro, a sinistra Santo Stefano e San Lorenzo. Sempre su questa parete è presente la Deposizione, che vede Giuseppe d'Arimatea che sostiene il corpo di Cristo. La Vergine avvicina il braccio destro alle labbra. Il giovane sulla scala è Nicodemo, che sta staccando il braccio sinistro di Cristo. L'affresco è dell'inizio del Trecento. Sulla parete di fondo sono presenti frammenti di un affresco raffigurante San Vito, ma la conservazione non è ottimale.

 

 

 

 

 

 

Si fa quindi ingresso nella chiesa vera e propria, trovando il  nartece sulla sinistra. Ci troviamo quindi nell'aula trapezoidale. Sulla parete di sinistra, oltre all'arco che immette al giacitoio dove ci trovavamo, sono presenti due arcatelle cieche e un blocco di roccia che fungeva da ambone. Di fronte a noi, la bella iconostasi, che presenta sia a destra che a sinistra una coppia di archi divisi da pilastrini ed un arco centrale, in corrispondenza del quale sorgeva l'altare.
Sono presenti numerosi affreschi. Sulla parete di sinistra, una Santa Barbara con in mano una torre, simbolo del suo martirio, databile al Cinquecento. Poco più in basso di questa, un paesaggio bucolico, raffigurante un pastore con le sue pecore. Altri due affreschi sovrapposti si presentano su questa parete, ma non sono ben decifrabili per il cattivo stato di conservazione.
Sull'iconostasi invece troviamo una trecentesca Madonna in trono con bambino, al quale è stato asportato il volto.
Altri due affreschi di Santa Barbara sono visibili bene nell'iconostasi. Entrambi presentano la Santa con una torre ed un sottile diadema sul capo. Probabilmente è da attribuirsi allo stesso autore l'esecuzione della Madonna in trono e della Santa Barbara di destra con torre poligonale.
Si noti come nella Santa Barbara sulla parte sinistra dell'iconostasi, sia presente lo stesso paesaggio bucolico rappresentato nella parete di sinistra. Uno sperone roccioso all'inizio di via Cappuccini cela la chiesa rupestre di Cappuccino Vecchio. Oggi la parte anteriore della chiesa risulta erosa dagli agenti atmosferici.

L'interno, invece, presenta un buono stato di conservazione. Vi è un unico vestibolo rettangolare collegato tramite un arco alle due navate parallele. Il piano di calpestio ascende verso l'altare e l'architettura della chiesa risulta rifinita ed armoniosa.
Al termine di entrambe le navate sono presenti in un piano rialzato i due bemi, collegati da un arco. Quindi, si arriva ai presbiteri, con due nicchie sul fondo. Degli affreschi che ornavano la chiesa oggi sono presenti solo pochi affreschi illeggibili